Il Fucino come Medellin

29 settembre 2016 | 17:24
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Il Fucino come Medellin

AVEZZANO – La Piana del Fucino si trasforma in una imitazione, e nemmeno tanto piccola, degli altopiani colombiani attorno alla’area metropolitana di Medellin, patria incontrastata della produzione e spaccio di stupefacenti di ogni tipo. Sei tonnellate di marijuana ed una piantagione sterminata in Pieno Fucino, infatti, non rappresentano una normale operazione antidroga effettuata dai Carabinieri di Avezzano nel territorio fucense di Luco dei Marsi, ma uno stato di cose ormai da allarme rosso.
Ma partiamo dalla notizia di cronaca nuda e cruda. Che poi è la parte meno interessante.
I Carabinieri della Compagnia di Avezzano, dopo gli arresti e i recuperi di ingenti quantitativi di droga dei mesi scorsi, hanno arrestato due italiani per coltivazione e detenzione di ingenti quantità di stupefacenti. Circa 6 tonnellate di marijuana sequestrate, quantitativo di un valore al dettaglio stimabile in svariati milioni di euro. Da tempo i militari della Compagnia di Avezzano, selezionati e facenti parte di un nucleo specializzato in attività antidroga, avevano tenuto monitorato un fondo agricolo lavorato a granturco in agro di Luco dei Marsi, nei pressi di Strada 40 del Fucino. Ore senza sosta e senza riposo di attenta osservazione, con foto, video, pedinamenti e tracciamento che hanno consentito di attribuire le responsabilità della piantagione a Gianfranco Scipioni, 43 anni, marsicano, ed i due figli della compagna, Veronica Casillo, campana, 18 anni, ed il fratello, che veniva deferito in stato di irreperibilità non essendo stato trovato al momento del blitz. I due sono stato sorpresi dai Carabinieri all’interno della loro abitazione dove venivano trovati, a seguito di perquisizione domiciliare, in possesso di 1,5 chili di marijuana. La perquisizione veniva successivamente estesa al podere in Strada 40 dove i militari sono trovati di fronte ad una enorme piantagione di marijuana, con tanto di magazzini dove le piante venivano messe ad essiccare, per poi essere caricate su mezzi pesanti ed immesse sul mercato. Una vera e propria fabbrica di droga con diverse migliaia di piante di marijuana di circa 2 metri d’altezza, occultate in mezzo al granturco e meticolosamente coltivate e curate, per un peso complessivo di circa 3 tonnellate e, all’interno dei due magazzini di stoccaggio impiegati come essiccatoi all’interno della proprietà, uno dei quali di oltre 300mq e realizzato con delle cassette in plastica impilate con tetto in tubi di ferro e copertura di teli, i Carabinieri hanno trovato ulteriori 3 tonnellate di marijuana. Decine i militari della Compagnia impiegati nelle lunghe operazioni di repertamento delle piante, che sono state estirpate, e della droga già in fase di essiccamento. Ora si ceca di capire la ramificazione per la distribuzione e lo spaccio di tanta droga. I due arrestati, ammesso e non concesso che possa interessare, son stati rinchiusi rispettivamente nel carcere di Avezzano, l’uomo, e ai domiciliari la ragazza, come disposto dal Pm Savelli. FUCINO

Esaurito, diciamo così, il dovere informativo stretto, andiamo ora a cercare di capire ciò che questo evento comporta. Parlare di salto di qualità o di avanzamento della criminalità nella Marsica e soprattutto nella zona fucense periavezzanese ed avezzanese, significa che fino a dora no si è saputo, o forse voluto, leggere quel che accadeva nella nostra contrade. L’aumento vertiginoso delle tossicodipendenze e dei fenomeni legati allo spaccio con coinvolgimento, in entrambi i casi, persino di minorenni sotto i 16 anni, il troppo spesso emergente contatto con noti ambienti della criminalità campana, avrebbe già da tempo dovuto far sorgere qualche problema. Ma la droga, la criminalità e di suoi affari attecchiscono in soli due ambienti. Dove ci sono molti soldi, e parliamo della criminalità legata alla finanza e ai grandi appalti, oppure dove è possibile lucrare quasi indisturbati con le attività “classiche” come la droga e la prostituzione.

Il fatto che una piantagione di queste dimensioni e così ben organizzata sia stata installata nel Fucino, in uno dei centri maggiori e il più vicino ad Avezzano, non solo non è una caso ma è soprattutto un simbolo. È il simbolo di una Marsica e di una città, Avezzano, fortemente in degrado, abbandonate a se stesse e vittime di scelte catastrofiche da parte della classe dirigente locale e regionale. L’Orto d’Italia e d’Europa, questo è il nome con cui la Piana del Fucino è stata rinominata negli ultimi anni, sembra destinata a cambiare… vocazione agricola. Le faticose e spesso poco remunerative produzioni orticole, nonostante le vette di qualità raggiunte e certificate a livello internazionale, stanno iniziando ad essere sostituite con coltivazioni che nulla hanno a che vedere con il consumo alimentare. D’altronde davanti al deserto e alla scelta fra impoverirsi o dover lasciare tutto per andare a lavorare altrove, alla fine ci scappa, per qualcuno, non per tutti ovviamente, anche una terza via, illegale e pericolosa ma al momento remunerativa. FUCINO

E allora, cronaca a parte e con tutto il plauso e il ringraziamento ai Carabinieri per questa operazione e alle forze dell’ordine tutte per il lavoro che svolgono fra mille difficoltà cercando di sopperire alle mancanze altrui, questa scoperta deve essere l’ultima chiamata non tanto per gli attuali amministratori locali e regionali, la cui totale mancanza di idee è ormai comprovata, ma soprattutto per i marsicani e per gli avezzanesi in particolare. La città e la Marsica stanno degradando quotidianamente a causa della mancanza di progetti industriali seri, di prospettive concrete per agricoltura e turismo, per la totale assenza di coordinamento e collaborazione per far funzionare il commercio, la totale assenza di promozione culturale e quindi in una situazione che alla fine porterà questa zona ad una depressione talmente avanzata da non essere più reversibile. Avezzanesi e marsicani debbono assumere questa consapevolezza e cercare di fare uno sforzo, un atto di coraggio e rivoluzionare tutta la realtà, a partire dalla cacciata degli attuali attori politici e amministrativi da palazzi che meritano ormai ben altre e più elevate menti e competenze.