Rubò a Pittarosso, incastrato da impronte e DNA

29 settembre 2016 | 11:25
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Rubò a Pittarosso, incastrato da impronte e DNA

E’ M.M.A., classe ’78, di origini romene, l’indagato su cui i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di L’Aquila, guidato dal Ten. Maximiliano Papale, si sono concentrati a seguito del furto patito dal negozio di calzatura Pittarosso nella zona industriale di Bazzano.

Questi, essendo senza fissa dimora, è stato localizzato ed arrestato a Pescara con l’ausilio dei Carabinieri della locale Compagnia.

Il colpo, perpetrato la notte fra il 29 ed il 30 settembre 2015, destò molto scalpore perché il ladro si era introdotto negli attigui locali di un altro esercizio commerciale e, dopo aver letteralmente sfondato una parete di cartongesso, era riuscito ad entrare nel negozio di scarpe. Direttosi negli uffici amministrativi e dotato di smerigliatrice e di una grossa leva, il malvivente aveva quindi aperto la cassaforte asportando 5.000 euro in contanti. Nella stessa notte furono poi perpetrati altri furti in altri esercizi commerciali.

Ma è proprio sulla scena del crimine relativo al furto subito dal proprietario di Pittarosso  che i militari hanno rinvenuto numerosi indizi che hanno condotto all’identificazione dell’arrestato. Questi, già gravato da numerosissimi precedenti per reati predatori, nel rompere la parete per accedere al negozio da derubare e nello scassinare la cassaforte, ha poi abbandonato sul luogo del furto due guanti a fianco ad uno dei quali è stato trovato un mozzicone di sigaretta.

Non solo. Nei pressi della parete è stato infine rinvenuto un coltello utilizzato per sfondare la stessa. Su tutti questi oggetti sono state rilevate impronte papillari e profilo DNA riconducibile ad M.M.A.. L’utilizzabilità di detti elementi ai fini processuali, sono stati assicurati dalla correttezza con cui sono stati rilevati grazie alla perizia dei militari operanti impegnati nelle operazioni di sopralluogo.
Inoltre in quella circostanza sono stati acquisiti i filmati delle telecamere a circuito chiuso che hanno certificato le tempistiche e le dinamiche della ricostruzione effettuata dagli operatori. Proprio dette riprese video, di ottima qualità, sono state quindi fondamentali per risalire al colpevole del reato.

L’Autorità giudiziaria, vagliate le risultanze investigative che sono state compendiate da puntuali relazioni afferenti le impronte ed il profilo DNA redatte dal R.I.S. di Roma, ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere ei confronti dell’arrestato che è stato tradotto presso l’Istituto penitenziario di Pescara.
Sono ancora in corso indagini per verificare se l’arrestato abbia compito altri furti dello stesso genere o se lo stesso possa aver avuto complici nel perpetrare detto reato.