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Induzione indebita: ‘nessun rinvio a giudizio per Cialente’

30 settembre 2016 | 11:11
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Induzione indebita: ‘nessun rinvio a giudizio per Cialente’

Il procuratore Stefano Gallo avrebbe firmato la richiesta di rinvio a giudizio per il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, e per il dirigente comunale Fabrizio De Carolis: l’accusa sarebbe di induzione indebita, anche detta concussione depotenziata. Lo si legge stamani sul Messaggero, in un articolo a firma di Marcello Ianni.

Usiamo il condizionale, perché né il sindaco Massimo Cialente né il suo avvocato Carlo Benedetti sono a conoscenza di tale atto. “Non è vero che Cialente sia stato rinviato a giudizio come scritto dal Messaggero in data odierna! Punto!” scrive Benedetti sulla sua pagina Facebook. Lo stesso avvocato ha invitato il sindaco a tutelarsi, nei confronti del quotidiano, sia in sede penale che risarcitoria.

Secondo quanto scritto da Ianni, Stefano Gallo avrebbe firmato la richiesta di rinvio a giudizio per il primo cittadino sulla linea di quanto già emerso nel luglio scorso, quando vennero fuori le telefonate di Massimo Cialente affinché venissero affidati lavori in subappalto nell’ambito della ricostruzione all’imprenditore Eliseo Iannini, la cui posizione è stata archiviata nei giorni scorsi. Nelle stesse telefonate, Cialente chiedeva perché ancora non venisse pagato un Sal da 2.7 milioni di euro alla società Palomar-Consta, in forti difficoltà economiche, per opere su di un altro cantiere della ricostruzione: per gli inquirenti però le imprese non avevano le carte in regola per ottenere i fondi