Bullismo, la scuola risponde: “Ci siamo sempre stati”

6 ottobre 2016 | 17:09
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Bullismo, la scuola risponde: “Ci siamo sempre stati”

Mesi e mesi di ingiurie, umiliazioni e lancio di oggetti durante l’orario scolastico, in assenza degli insegnanti: è successo all’Agrario Ottavio Colecchi dove una indagine, portata avanti dagli agenti della Squadra mobile della Questura dell’Aquila ha avuto nei giorni scorsi una importante svolta, la richiesta di processo per i tre ragazzi all’epoca minorenni.

La dirigente scolastica Serenella Ottaviano risponde alla stampa con una nota e chiede una rettifica dei fatti:

“Durante l’episodio della violenza subita, in classe erano presenti ben due docenti (la docente curricolare e la docente di sostegno) che prontamente sono intervenute in soccorso dello studente offeso, il quale, proprio grazie alla formazione nel merito e alla competenza delle docenti si è sentito in grado di denunciare e raccontare quanto, da tempo, subiva. L’intervento di accoglienza e di supporto è stato offerto immediatamente anche dalla sottoscritta (dirigente scolastica, Serenella Ottaviano) che, in quanto coordinatrice del Gruppo Interprovinciale sul bullismo, istituito presso l’Ufficio III – Ambito Territoriale di L’Aquila – ha istantaneamente attivato tutte le procedure conseguenti:

  • accoglienza ed ascolto del ragazzo e della sua famiglia;
  • convocazione di un Consiglio di Classe Straordinario per provvedimenti disciplinari a carico dei tre bulli.

Ma, ovviamente, l’azione di intervento non è stata episodica. Grazie al coordinamento interistituzionale istituito con il Gruppo Interprovinciale (rappresentanti della Prefettura, della Guardia di Finanza, della Provincia dell’Aquila, del Comune, dell’Ordine degli psicologi, dei Carabinieri, della Polizia di Stato, del Tribunale per i Minorenni e della ASL) sono state avviate azioni coordinate rivolte alla classe del ragazzo nel suo complesso e all’istituto in generale, con una particolare attenzione alla famiglia del ragazzo, ma anche ai tre ragazzi bulli.

L’impegno di una comunità educante è quello di accogliere, ascoltare, denunciare e fermare ogni comportamento che violi la dignità umana e che sia contro la legge, ma – nel contempo – educare i bulli ad uscire dalla condizione di minori che vivono nell’incapacità di comprendere il confine – troppo spesso percepito in maniera non chiara – tra lo scherzo e il reato.
E’ per questo che sono stati organizzati, nel corso dell’anno scolastico di riferimento dell’episodio,  incontri sulla legalità condotti da rappresentanti delle forze dell’ordine e incontri di formazione per i docenti; distribuite le linee guida per fornire elementi di conoscenza e competenze di azione per casi analoghi e monitorati, ogni giorno, i comportamenti delle classi.
Ma la cosa più importante e di grande valore è che il ragazzo vittima di violenza si è sentito accolto, ha continuato a frequentare e ancora frequenta la scuola con ottimi risultati. La famiglia del ragazzo, nonostante avesse sporto denuncia, ha incontrato più volte – nell’ufficio della dirigente scolastica – i ragazzi bulli e i genitori di questi ragazzi, i quali hanno avuto modo di incontrarsi, conoscersi, confrontarsi (anche in modo crudo ed emotivamente duro, all’inizio) ma alla fine dei tre incontri, addirittura, stringersi la mano!
I tre bulli, per vari motivi, hanno concluso l’anno scolastico, ma – purtroppo – non hanno più proseguito gli studi.
La famiglia del ragazzo ha ritirato la denuncia che, però, ha continuato inevitabilmente il suo iter per arrivare al processo annunciato per novembre 2016.
LA SCUOLA C’ERA, C’E’ E C’E’ STATA! Il ragazzo ora sta bene.
Un unico grave insuccesso è a carico di questo istituto: il fatto di non aver trattenuto i bulli nel percorso formativo!
L’IIS “Da Vinci-Colecchi” dell’Aquila è un istituto che presenta il più alto grado di complessità tra tutti gli istituti della Regione: elevato numero di pendolari, numerosissimi portatori di handicap, altissima percentuale di migranti (alcuni minori non accompagnati),  1.200 studenti e studentesse che, all’interno della scuola, portano tutto ciò che raccolgono nelle loro famiglie, nei loro paesi, nei loro quartieri! Tutto – ed è tantissimo! – dalle 8:00 alle 14:00 viene raccolto, accolto  e gestito da una comunità professionale che, con passione e competenza, si fa carico di problematiche sociali, economiche, di salute, di lingua e disagio trasversale. Nel corso degli anni è entusiasmante verificare il grande progresso che situazioni apparentemente e drammaticamente tragiche riescono a virare in successi formativi e di formazione di future cittadine e futuri cittadini orientati alla legalità!
E’ per tutto questo che CHIEDO CON FORZA, a nome di tutti i professionisti di cui sono rappresentante e di tutte le studentesse e gli studenti che si impegnano nel cambiamento positivo e propositivo che vengano rettificate le informazioni scorrette”.