L’Anac smentisce Di Pangrazio sugli appaliti

Appalti del Comune di Avezzano, l’Anac “certifica” di non avere responsabilità alcuna sui ritardi accumulati perché non ha procedure in corso riguardanti il capoluogo della Marsica. Una parola chiarificatrice, qualora ce ne fosse mai stato bisogno, che però non mette fine ad una polemica apertasi nelle settimane scorse, principalmente fra il primo cittadino di Avezzano “ilDiPangrazioSindaco”, e il consigliere di opposizione nell’assise civica avezzanese, avvocato Stefano Chichiarelli.
La vicenda era nata quando il Sindaco si mostrò molto irritato per le continue accuse di Chichiarelli, ma di quasi tutta l’opposizione, e di quella parte di cittadini liberi e vigilanti, che lamentano una totale assenza di azione di questa Amministrazione che sta riducendo la città ad un paesotto arretrato e totalmente disorganizzato, di immobilismo e di fare solo vane promesse vuoti proclami. Irritazione che, stando a qualche indiscrezione, potrebbe aver addirittura causato l’utilizzo di carte bollate. Ma su questo torneremo non appena si avrà qualcosa di più solido.
La realtà accertata, invece, parla del “DiPangrazioSindaco” che ha invocato persino l’invasività delle leggi nazionali e della burocrazia per giustificare i ritardi, per non parlare proprio di paralisi, nell’esecuzione degli appalti, ultima, poi, la norma sull’anticorruzione e il ruolo dell’Anac, l’Autorità Nazionale Anticorruzione, voluta dal Presidente Renzi, amico del “DiPangrazioSindaco” che ritarderebbe le procedure.
L’avvocato Chichiarelli, quindi, si è preso la briga e, come direbbe Fabrizio De Andrè, “di certo anche il gusto” di scrivere al presidente dell’Anac, il noto magistrato Raffaele Cantone, per sapere se fosse vero ed eventualmente perché gli appalti di Avezzano subissero tali ritardi da parte della sua Autorità. Il tutto portando, con una lettera inviata via Pec all’Anac il 24 agosto scorso, a conoscenza dell’Anac stessa tutta una serie di esternazioni del Sindaco, sulla stampa e in colloqui con i consiglieri, nei quali si punta il dito contro la burocrazia nazionale colpevole di rallentare il suo operato. Operato che, in questi quattro anni, ha visto come nemici, in sequenza, i soliti quattro sfigati, coloro che remano contro, quelli che vogliono male alla città, l’aquilanità nera ed ora l’Anac di cantone e la burocrazia.
L’Anac di Cantone, però, ha risposto a Chichiarelli, inviando una laconica ma assolutamente esaustiva risposta di due sole righe. Protocollo 0142505 del 30 settembre scorso, a firma ing. Carlo Cresta: «Si fa riferimento alla nota acquisita al protocollo di questa Autorità in data 24 agosto 2016 al n. 0124578, di pari oggetto. Al riguardo, si riferisce che lo scrivente Ufficio non ha istruttorie in corso su appalti del Comune di Avezzano».
Orbene due sono le cose: o “ilDiPangrazioSindaco” ha cercato di ripararsi dietro ad un paravento sperando che nessuno lo svelasse, oppure i problemi sono altri e sono legati direttamente al modo di amministrare la città. Sta di fatto che al pari dei quattro sfigati, dei rematori contro, dell’aquilanità nera e di altre forze e presenze oscure, anche l’Anac nulla ha fatto per fermare la prepotente azione innovatrice del “DiPangrazioSindaco”. E allora Chichiarelli non aveva detto il falso e i problemi di questa città restano esattamente dove si trovano da troppo tempo ma soprattutto totalmente irrisolti.