Ultimatum a D’Alfonso: Gero e Di Matteo all’attacco

Erano giorni che se ne parlava: una lettera, a firma di due assessori e un consigliere, in cui si dà l’aut aut al Presidente della Regione Luciano D’Alfonso.
Che poi, che Assessori! L’agguerritissimo – e lanciatissimo a livello elettorale nelle aree interne – Andrea Gerosolimo e l’assessore Donato Di Matteo, in pole position per sostituire Peppe Di Pangrazio alla Presidenza del Consiglio regionale. Con un duplice scopo, peraltro: allontanare Di Pangrazio, bersagliato da tutti i lati per il suo scarso controllo dell’Aula durante i lavori e in odore di sfiducia da dopo l’estate, e togliere Di Matteo – che già altre volte aveva tuonato contro le imposizioni di D’Alfonso e la scarsa tenuta della maggioranza – dalla Giunta regionale.
A loro si aggiunge Mario Olivieri, vastese e presidente della Commissione Sanità: due caratteristiche che spiegano ancor di più il suo malcontento nei confronti di quanto la Regione targata D’Alfonso stia facendo, visti i tagli, piuttosto pesanti, sulle strutture sanitarie nel chietino. Ma se Gerosolimo e Olivieri non sono nuovi ad iniziative di questo tipo – con loro un anno fa c’era il PD Monticelli, rientrato poi nei ranghi – il nome pesante è quello di Di Matteo.
La lettera è il sunto, di fatto, di questa situazione che vi abbiamo raccontato essersi delineata nelle ultime settimane. A pubblicarla, in esclusiva, Lilli Mandara sul suo blog.
“Abbiamo ripetutamente richiesto la collegialità delle decisioni e la considerazione delle proposte e idee che abbiamo messo a disposizione della maggioranza che governa la Regione Abruzzo, senza mai assistere a un vero cambio di metodo” scrivono i tre che sottolineano come le decisioni, in sintesi, le prenda il solo Presidente. A questo si aggiunge lo scarso polso di Giuseppe Di Pangrazio, che spesso è stato accusato di non essere super partes.
“Le numerose e incresciose magre figure collezionate nelle sedute di Consiglio regionale a causa di una inadeguata gestione dell’Aula che ha portato la maggioranza molte volte a perdere credibilità dinanzi agli elettori”, scrivono i tre ribelli, sono un’altra faccia della stessa medaglia” si legge ancora nella lettera.
Insomma, scarsa concertazione su molti dei temi che hanno caratterizzato l’attività del consiglio regionale: dal piano sanitario al piano del sociale, dal mega ospedale Chieti-Pescara al progetto Toto il parere dei firmatari non sarebbe stato preso in considerazione.
E allora ecco che arriva, sul finale, l’altolà.
“L’ulteriore prolungarsi della situazione sopra descritta senza alcun tuo autorevole e tempestivo impulso che ci veda positivamente coinvolti nelle scelte della Regione, ci vedrà costretti, nostro malgrado, a rimettere nelle tue mani le deleghe assessorili e il ruolo di presidente di commissione”.
Martedì una nuova seduta del consiglio regionale. Si scaldano i motori per le nuove prove di sfiducia