99 Sport L’Aquila, nati per nuotare

di Roberta Galeotti
La diatriba sulla gestione del complesso sportivo di Santa Barbara ha attirato l’attenzione dell’intera città capoluogo, che non si aspettava notizie così dirompenti sulla conduzione dell’Associazione VerdeAqua Smile.
Tutto nasce dal Consiglio Comunale del 22 agosto scorso in cui, con una serie di emendamenti, si è deliberato il rinnovo dell’affidamento del Complesso sportivo Santa Barbara alla VerdeAqua Smile fino al 2037 con l’integrazione della convenzione che stabilisce le tariffe al pubblico ed alle altre società sportive che utilizzano gli spazi acqua. Con la delibera 273 di luglio 2016 l’assessore allo sport Iorio modificava l’assegnazione degli spazi acqua penalizzando le altre associazioni di nuoto agonistico presenti nella struttura.
La società di nuoto agonistico che si è distinta in questi anni è la 99 Sport L’Aquila, fondata da Daniele Chiaravalle nel 2007. «Abbiamo iniziato con 35 ragazzi appassionati di nuoto – ci racconta il presidente Charavalle, stimato ingegnere in una rinomata azienda farmaceutica -. Dal 2007 al 2014 il comune ci ha assegnato degli spazi acqua adeguati all’agonismo dei nostri ragazzi, che si allenano almeno due ore al giorno dal lunedì al sabato. Gli atleti nazionali si allenano anche due volte al giorno».
Daniele Chiaravalle, classe 1981, ha iniziato a nuotare quando aveva 3 anni nella Piscina Comunale, a 18 anni è diventato istruttore di nuoto ed è diventato il più giovane allenatore di nuoto d’Italia a 18 anni e 7 mesi. Si è laureato in ingegneria, studiando la notte ed allenando gli atleti nei pomeriggi in piscina. «Mi sento un fortunato!» ci confida.
In 60 anni il nuoto agonistico aquilano ha vinto 2 medaglie ai Campionati Italiani; in soli 9 anni gli atleti dell’Associazione sportiva 99 Sport L’Aquila hanno guadagnato 16 medaglie ai Campionati italiani, 1 medaglia alla staffetta femminile, 1 convocazione nella nazionale giovanile, 1 convocazione agli europei di Anversa 2012.
«Il comune con il Capitolato d’oneri ci ha assegnato in questi anni degli spazi per l’agonismo ed il preagonismo con tariffe agevolate, mentre gli spazi per la scuola nuoto li pagavamo all’associazione VerdeAqua con le tariffe commerciali – continua Chiaravalle -. I numeri della nostra associazione sono diventati importanti e siamo arrivati ad avere anche 300 atleti tra il 2010 ed il 2012. I genitori avevano la convenzione con la palestra Verdeaqua e potevano approfittare per allenarsi con delle tariffe agevolate, mentre aspettavano i figli. Anche la scuola nuoto ha conosciuto un ottimo rigoglio».
Dal 2014 qualcosa si è rotto tra le due società e la 99 Sport è rimasta ad allenare gli atleti, chiudendo la scuola nuoto.
Gli 11 istruttori (tra allenatori ed istruttori tecnici) della 99 Sport oggi non possono accedere agli spogliatoi istruttori della struttura e sono costretti a spogliarsi con i ragazzi. Il punto segreteria è stato rimosso, così se i genitori devono comunicare qualcosa, non hanno punti di riferimento in piscina, dove nessuno striscione o manifesto da visibilità alla 99 Sport.
«Gli atleti sono un gruppo affiatato – ci spiega il presidente -, una squadra che si allena con minimo 15 ore di acqua a settimana e 3 di palestra. Hanno un ordine mentale tale che permette loro di essere bravi a scuola e di curare la passione per questo sport».
A fine luglio Daniele Chiaravalle si è recato in comune per «presentare i risultati raggiunti dagli agonisti della 99 Sport, 700 punti federali (la seconda associazione aquilana ne ha ottenuti 51, ndr) venendo a conoscenza della delibera 273 del 15 luglio dell’assessore allo sport Emanuela Iorio – ci racconta Chiaravalle -, abbiamo subito presentato una contestazione all’atto che ci relegava a da tre corsie ad una sola». E da quel giorno si è scoperchiato il vaso di Pandora.
Il comune ha ricevuto la manifestazione di interesse per la gestione del complesso sportivo dalla associazione 99 Sport, protocollata il 2 agosto; nessun consigliere comunale è stato edotto della disponibilità dell’altra società, tanto che alcuni nella dichiarazione di voto dicono espressamente di sentirsi obbligati a votare il rinnovo della convenzione per eludere il rischio della chiusura della struttura.