Passeggiata tra eremi con Italia Nostra

24 ottobre 2016 | 13:02
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Passeggiata tra eremi con Italia Nostra

Una bella e assolata mattinata ha permesso ai  soci ed amici di Italia  Nostra di respirare l’aria ricca di sacralità e pace dell’Eremo di S. Spirito a Maiella, a Roccamorice, nell’ottica ormai acclarata dell’Associazione, di unire, in un unico evento, aspetti culturali, salutistici e gastronomici, in particolare alla scoperta e valorizzazione del proprio territorio. Accompagnati da una guida colta e appassionata, le due ore di spiegazione sono volate, tra gradini e gradini, in un percorso articolato, con, all’orizzonte, il verde smeraldo dei boschi circostanti. Sulla Maiella, definita dal  Petrarca nel  De vita solitaria, “Domus Christi”, casa di Dio, proprio per la sua conformazione morfologica vi sono  Eremi e grotte, luoghi impervi e di grande bellezza, veri percorsi dell’anima alla ricerca dell’assoluto.  Dopo la caduta dell’Impero Romano, risposta estrema al decadimento morale e sociale, infatti l’eremitaggio fu, per secoli, la forma più accessibile di salvezza ed elevazione di una condizione umana  dura, servile e vicina alla disperazione.Monumento nazionale di rara bellezza, l’Eremo  di S. Spirito costituisce il primo insediamento stabile di Pietro dal Morrone, poi Papa Celestino V, sulla Maiella. La sua bella facciata dà accesso alla piccola chiesa  e ai locali annessi, mentre un tunnel porta al resto del complesso, su più piani  culminanti in alcune stanze dette “casa del Principe” e una Cappella al termine della Scala Santa.Nutrito lo spirito, il gruppo ha provveduto a nutrire anche il corpo, con uno squisito pranzo  a Roccamorice, al termine del quale, sopraggiunta la pioggia, si è recato nella splendida chiesa romanica di San Tommaso a Caramanico, con, sull’architrave del portale centrale, un Cristo in trono, benedicente, con i 12 apostoli. Tra le tante particolartà, solo un cenno alla Colonna Santa (portata  da un angelo secondo la tradizione popolare), erosa dallo sfregamento dei fedeli, e un pozzo d’acqua curativa, di indubbia appartenenza a culti pagani, situato nella piccola cripta.Con l’approssimarsi del buio la comitiva si è sciolta, stanca ma appagata, per rientrare a L’Aquila.