
Non c’è stato nulla da fare, nonostante gli incontri con i sindacati, i tavoli congiunti e i tentativi di mediazione. Intecs va fino in fondo con il suo piano industriale e licenzia 70 lavoratori su 98 nella sua sede dell’Aquila.
“L‘azienda ha assunto una posizione rigida, concentrata solo a ottenere una firma sindacale su un percorso che di fatto delinea la dismissione del sito aquilano” dicono, in una nota, i sindacati che hanno seguito la vicenda.
L’ennesima, pessima notizia per il polo elettronico aquilano nonostante le altissime competenze dei ricercatori Intecs per i quali, paradossalmente, essere così competenti è stato un boomerang: ‘L’azienda sostiene che non ha i soldi per pagare ricercatori con qualifiche e competenze così alte’ avevano già detto in passato le RSU.
“La sprovveduta politica industriale praticata da Intecs sul nostro territorio ha prodotto solo la dispersione di preziose competenze, nonostante i numerosi strumenti anche di formazione per il consolidamento di conoscenze, per la riconversione e riqualificazione del personale messi a disposizione dell’azienda sin dal suo primo arrivo” attaccano i sindacati, che puntano l’attenzione anche su un altro aspetto. Nei mesi scorsi, infatti, si è raggiunto un accordo con la Regione che prevede la rioccupazione dei ricercatori: ma “oggi l’atteggiamento di INTECS rischia anche di vanificare lo sforzo fatto” aggiungono.
A nulla sono servite, dunque, le proteste davanti ai cancelli del centro di ricerca nè i presidi in Regione: a partire dalle prossime settimane l’azienda potrà avviare dunque il percorso di licenziamento dei lavoratori.