Genitori di bimbi terribili, tra paure e sensi di colpa

12 novembre 2016 | 11:11
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Genitori di bimbi terribili, tra paure e sensi di colpa

di Roberta Bernardi per Psicologiamo*

Mi capita spesso di conoscere mamme e papà alle prese con bambini definiti terribili, che tengono in scacco genitori oramai sfiduciati e senza speranza di poter cambiare il comportamento ostile e vulnerabile del proprio figlio e con la paura che un no possa compromettere lo sviluppo psicologico del pargolo.

L’essere troppo accondiscendenti però può causare conseguenze peggiori, ma nella maggior parte dei casi ai genitori risulta troppo faticoso essere severi sia per conseguenze pratiche dell’immediato (la gestione di comportamenti irascibili), sia perché devono fare i conti con le loro problematiche interne (i sensi di colpa) quando non appagano i desideri dei loro figli.

Certamente l’ educazione eccessivamente rigida non è la soluzione ma dare delle regole è fondamentale per la formazione di una struttura di personalità sana, al rispetto delle regole della società.

È molto difficile il mestiere del genitore, richiede tempo, fatica, dedizione ed un notevole investimento emotivo.

I bambini che vengono definiti terribili mostrano un disagio che non va sottovalutato, né attribuibile solo al carattere del bambino. Tutti i bambini hanno un temperamento di base che è influenzato geneticamente, ma l’apprendimento di alcuni comportamenti dipende soprattutto dalle dinamiche interne della famiglia e dall’educazione che hanno ricevuto nel tempo.

Le tensioni all’interno della famiglia hanno degli effetti consistenti sui bambini. Problemi di varia natura come quelli economici, di salute di un membro della famiglia, la nascita di un altro figlio, una crisi della coppia genitoriale, un lutto, possono deviare la reale attenzione dalle richieste del bambino e portare i genitori ad essere troppo permissivi e accondiscendenti verso i propri figli.

Il bimbo reagisce alle tensioni familiari con i soli strumenti che ha e cioè diventando più capriccioso, assumendo atteggiamenti da bambino più piccolo della sua età, dormendo nel lettone dei genitori o attraverso manifestazioni di rabbia o irascibilità.

È importante porre attenzione a qualsiasi cambiamento nel comportamento del bambino, e interpretarli come una spia del disagio o della sofferenza di quel momento particolare, tenendo conto che, data la sua tenera età non riesce a verbalizzarli, ma li agisce attraverso vari comportamenti. L’ascolto, la cura, la comprensione e l’attenzione possono aiutare i bambini ad affrontare insieme alla famiglia le difficoltà della vita. Quando questo non è sufficiente chiedere aiuto può essere il modo migliore per affrontare il disagio del momento.

I bambini non nascono terribili……ci diventano per esprimere un disagio o un momento difficile della propria crescita.

roberta bernardidi Roberta Bernardi per Psicologiamo.
35 anni, Psicologa Clinica e Psicoterapeuta, Roberta ha recentemente dato alla luce Azzurra ed Aurora. Attualmente impegnata in PhD presso l’Università degli Studi di L’Aquila, è specialista in psicopatologia infantile e adolescenziale con annesse problematiche familiari.BLOG: PSICOLOGIAMO