Dalla Puglia all’Abruzzo: i festeggiamenti per San Nicola

Il 6 dicembre si festeggia San Nicola di Bari (o meglio, di Mira). Un Santo profondamente legato alla Puglia, ma il cui culto è arrivato nella nostra regione in maniera significativa sulla via del Tratturo Magno, con la pastorizia a fare da collante per lo sviluppo sociale ed economico nel medio e basso Adriatico.
Alle celebrazioni religiose si uniscono le tradizioni: e spesso non mancano bancarelle e fiere.
E’ il caso di Tione degli Abruzzi, paese della Valle Subequana, in cui oggi si è festeggiato il Santo con il passaggio della banda e con una fiera: un modo per animare il paese e far rivivere le tradizioni. (foto di Gianluca Colantoni)


Il Santo è patrono di altri due paesi della Valle Subequana: Molina Aterno e Secinaro.
Ma sicuramente è a Pollutri, in provincia di Chieti, che rivive la tradizione più antica e suggestiva d’Abruzzo.
Già il 5 dicembre, in una piazza antistante la Chiesa del SS. Salvatore, inizia la preparazione delle Fave: un rituale antico che rievoca un evento miracoloso. Nel Medioevo, secondo la tradizione, grazie all’intercessione di San Nicola di Bari Patrono di Pollutri, la popolazione colpita da una grave carestia, fu salvata miracolosamente da una quantità enorme di fave bollite, comparsa all’improvviso all’interno di un grosso pentolone.
Questa tradizione viene rievocata puntualmente ogni anno e non tende a scomparire grazie alla devozione profonda di tutto il popolo Pollutrese. Il fuoco sotto i pentoloni viene alimentato da ragazzi e giovani che competono nel far bollire le fave tra l’incitamento della folla dei propri rioni.
In una casa, chiamata la casa di San Nicola alcuni membri del comitato feste fanno cuocere anch’essi delle fave, che poi vengono offerte a tutti i presenti alla sagra. La mattina seguente, altre Fave vengono distribuite casa per casa accompagnate da un bicchiere di vino e una forma di pane, un gesto che serve a far ricordare il miracolo di San Nicola.
Anche per i Protestanti oggi è un giorno speciale: infatti, in Germania e in Svizzera, Babbo Natale si chiama Nikolaus, e il 6 dicembre è festa grande per i ragazzi.
Nikolaus, con la gerla colma di doni, ha varcato l’Oceano sulle navi dei coloni olandesi, e in America è diventato ” Santa Claus”, re della tradizione natalizia, e anche pubblicitaria del Nuovo Mondo. Dall’America, Santa Claus è rimbalzato con nuova fortuna in Europa; ma pochi l’hanno riconosciuto per San Nicola.

Questo non è l’unico segno della popolarità di San Nicola, uno dei santi più venerati in Oriente e in Occidente. Per tutto l’alto medioevo, egli è stato, per la sua delicata carità, qualcosa di simile a ciò che San Francesco è stato ed è ancora per l’evo moderno. E spesso appare vicino a San Francesco nelle pitture delle chiese francescane.
(e.f.)