Chiara, 18 anni: orgoglio e tenacia targati AQ

di Eleonora Falci
C’è una ragazza, aquilana, che studia con profitto, gareggia a livelli nazionali e internazionali e, per inseguire il suo sogno, non esita a farsi centinaia di chilometri ogni fine settimana.
Lei è Chiara Luciani, 18enne aquilana che da anni porta alto il nome della nostra città in giro per l’Italia del pattinaggio: una storia bella, di impegno e cuore, che il Capoluogo vi racconta.
Tre volte Campionessa Italiana e vice-campionessa europea nel pattinaggio a rotelle. Una sfilza di podi lunghissima: dai campionati regionali a quelli nazionali, indoor e all’aperto. Il gradino quasi sempre è quello più alto.
Il 2016 è stato un anno importante per lei, il primo in categoria Senior: ad aprile oro ai campionati regionali abruzzesi, a luglio il bronzo a squadre nei campionati Italiani di Pattinaggio su Pista di Scaltenigo (Venezia).
Dopo l’estate, la sfida: perché non provare con il pattinaggio su ghiaccio? Detto, fatto: va in provincia di Trento, dove viene osservata dalla squadra del Baselga di Pinè e la prendono subito. E inizia un altro capitolo di vita, che si va ad accostare agli altri, già intensi per una ragazza che, in fondo, ha solo 18 anni.
Chiara è determinata, seria e studiosa: affiancata da una famiglia che la sostiene tanto nella vita da ragazza e studentessa, quanto in quella da sportiva.
L’Aquila è la sua città, quella in cui studia – è al quinto anno di liceo scientifico – e nella quale trova grandi difficoltà ad allenarsi soprattutto in inverno perchè priva di strutture al coperto . Va a scuola la mattina ed il pomeriggio va ad allenarsi a Martinsicuro, dove è tesserata per la Rolling Pattinatori Domenico Bosica. Nel fine settimana, poi, il viaggio più lungo, verso il Trentino, per andare a inseguire il sogno sul ghiaccio.
“Ho iniziato a pattinare a 6 anni, grazie a mia madre, alla quale piaceva il pattinaggio fin da quando era bambina” dice Chiara a Il Capoluogo. “Ho iniziato al palazzetto dello sport dell’Aquila con una squadra locale . Questo palazzetto, in una città fredda come la nostra, ci farebbe veramente comodo: ma purtroppo sono ormai 7 anni che è chiuso”.
Quando hai capito che questa era la tua strada, agonisticamente parlando?
Fino all’anno del terremoto era tutto assolutamente un gioco: poi qualcosa è cambiato.
Dopo il terremoto sono rimasta da sola ad allenarmi ed avevo solo 10 anni. Sono riuscita a continuare solo grazie alla disponibilità della mia famiglia. Abbiamo subito dei lutti in famiglia ed inoltre la nostra casa non c’era più. Ma i miei genitori hanno fatto di tutto affinchè, nei limiti del possibile, io e mio fratello continuassimo ad avere dei punti fermi nella nostra vita, ed uno di questi è stato per me il pattinaggio.
Mio padre è diventato anche il mio allenatore: ogni giorno mi organizzava allenamenti vari, in posti spesso di fortuna. Nel mese di giugno 2009, appena 2 mesi dopo la terribile notte del terremoto, ho partecipato al trofeo nazionale Bruno Tiezzi, massima competizione italiana per la categoria giovanile ed inaspettatamente sono arrivata quarta. Da lì in poi il mondo del pattinaggio è diventato il mio mondo. Il mese successivo ho vinto il titolo regionale, e l’anno seguente il mio primo titolo italiano.
Qual è la gara che ricordi con più emozione?
Ogni gara è sempre pregna di emozioni. La più entusiasmante probabilmente è quella nella quale ho vinto l’argento ai campionati europei di Geisingen in Germania. Ero partita malissimo, praticamente ultima. Con molta tenacia, giro dopo giro, guadagnavo posizioni: la gara si disputava sulla lunghezza dei 1000 metri. Purtroppo, nonostante la mia rimonta, le avversarie sorpassate mi avevano fatto, come si dice in gergo da ” tappo” e la prima era andata in fuga.
A meno 2 giri dalla fine ho tentato il tutto per tutto: sorpassata la terza, avevo ora una sola avversaria davanti a me. Ho fatto registrare il giro più veloce in assoluto e mi sono piazzata al secondo posto a pochi centesimi di secondo dalla prima.
Avere 18 anni, studiare ed essere al tempo stesso un’atleta che si sta affermando a livello internazionale: quali sono le difficoltà maggiori?
Lo studio prima di tutto! Sono sempre in movimento, sia durante la settimana, in quanto mi alleno tra l’Aquila e Martinsicuro dove faccio allenamenti collegiali con la mia squadra, la Rolling Pattinatori Bosica, sia il fine settimana visto che mi alleno a Baselga di Pinè, in provincia di Trento. Quindi studio ovunque: a casa, in macchina… porto i miei libri ovunque e devo dire di essere molto organizzata. Riesco infatti non solo a studiare con profitto ma anche ad anticiparmi lo studio non solo per il giorno successivo ma anche per i giorni a seguire.
Spesso mi alleno anche due volte al giorno… e le giornate purtroppo hanno solo ventiquattro ore! La sera, dopo studio e sport, mi rilasso un po’ in famiglia e solo di rado mi capita di andare a qualche festa di compleanno.
Il tuo sogno da atleta?
Il sogno di qualsiasi atleta sono sicuramente le Olimpiadi: ma una cosa sono i sogni, altro è la realtà. Fino ad oggi, la mia carriera agonistica mi ha dato molte soddisfazioni ma dall’anno prossimo andando all’università e volendo continuare ad alto livello dovrei sacrificare lo studio.
Alcuni lo fanno e scelgono di diventare professionisti: ma queste sono scelte personali ed ognuno di noi ha le sue priorità e nei limiti del possibile cerca di creare il suo futuro. In ogni caso, per il momento non voglio ancora pensarci. In un anno tante cose possono cambiare.
Voglio fare al meglio l’anno agonistico in corso e poi si vedrà. Tempo al tempo.