I terremoti: un’emergenza di comunicazione

19 dicembre 2016 | 18:54
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I terremoti: un’emergenza di comunicazione

[regia di Max Brutti]

Oltre 13 mila persone collegate da tutto il mondo, dalla Norvegia fino al Canada.
4700 in Abruzzo, poi Campania, Molise e Basilicata. Questi i numeri della diretta streaming del 15 Dicembre trasmessa da IlCapoluogo.it, Abruzzo Live Tv e altre 60 testate Anso di tutta Italia.

“La storia che non si deve raccontare” di e conSilvio Sarta, andato in scena con l’organizzazione de Il Capoluogo nell’aula magna della Facoltà di Scienze Umane dell’Università dell’Aquila, la città che ha ispirato il monologo.

A seguire un incontro che si è trasformato in un dibattito. Antonello Capurso, giornalista Mediaset, ha moderato il tavolo a cui  hanno preso parte i giornalisti Giustino Parisse de Il Centro, Umberto Braccili di Rai3Wania della Vigna, avvocato delle Parti Civili dei ragazzi deceduti nel crollo della casa dello studente e delle vittime del terremoto di Amatrice; Sergio Bianchi, presidente AVUS (Associazione Vittime Universitarie Sisma); Carlo Benedetti, presidente del consiglio comunale dell’Aquila; Giosuè Calabrese, ex presidente della provincia di Rieti.

Tanti terremoti, un’unica storia. L’Aquila 2009 – Centro Italia 2016
E’ cambiata la comunicazione del rischio dal terremoto dell’Aquila ai terremoti degli ultimi mesi nel Centro Italia?
L’Aquila fu cavia?

Un incontro scandito dalla cronaca cruda, mista al sentimento, alla rabbia, al dolore generato dalla perdita di un figlio, di un genitore, di una moglie, un amico. Vite spezzate per chi se n’è andato via, ma anche per chi è rimasto.

Cos’è la comunicazione del rischio?

La comunicazione del rischio è dare la possibilità al cittadino di avere una possibilità di salvarsi. Una su cento, su un milione. Qui a L’Aquila non ci è stata data. Così come non è stata data ad Amatrice. Il rischio non viene comunicato. La sentenza della Corte d’Appello scrive nero su bianco che i mie figli li ho uccisi io. Giustino Parisse.

IL DIBATTITO: Teatro e terremoto: il coraggio di raccontare