Bilancio, scocca l’ora x

di Eleonora Falci
Capitoli di bilancio non chiari, con macrovoci e senza grandi specifiche, con proteste annunciate e messe in pratica: gli agricoltori con tanto di campanaccio sono stati i primi a presentarsi davanti ai cancelli dell’Emiciclo.
Il Documento di economia e finanza regionale 2017-2019 (DEFR) non ancora approvato, tanto da doverlo discutere ed approvare in una seduta ordinaria, convocata appositamente per la mattina di oggi, 27 dicembre, e rinviata più volte fino a slittare al pomeriggio “senza motivi di necessità ma solo per non permettere una corretta discussione del Bilancio tentando di arrivare al contingentamento dei tempi”, secondo i Cinque Stelle.
Centinaia di emendamenti al bilancio di previsione da esaminare, discutere e approvare “non oltre le 24 del 28 dicembre”, così si legge nella convocazione del consiglio straordinario.
Una maggioranza senza i numeri: assenti per malattia gli assessori Gerosolimo e Sclocco,assente il Presidente di Commissione Sanità Olivieri (uno dei ribelli), a lanciare il salvagente per far galleggiare il centrosinistra è clamorosamente Giorgio D’Ignazio, Nuovo Centro Destra, ormai più vicino alla maggioranza che all’opposizione, visti gli accordi a livello nazionale ma anche locale. Basti pensare che sulla prima votazione, quella sull’Agenzia Sanitaria Regionale, il voto di D’Ignazio – contrario, a fronte della non partecipazione al voto del resto della minoranza – è stato decisivo in quanto ha consistito di raggiungere il numero legale.
Ad incombere sui lavori inoltre, la spada di Damocle della Corte dei Conti che pochi giorni fa ha segnalato per la seconda volta pesanti irregolarità nei conti della Regione: per dirla con le parole dei Giudici, il bilancio regionale è “totalmente astratto dalla realtà finanziaria”. L’intervento della Corte dei Conti potrebbe peraltro portare allo scioglimento del consiglio regionale o alla rimozione del Presidente della Giunta. Insomma, non si scherza.
Sono questi alcuni degli ingredienti del bilancio della Regione Abruzzo, arrivato come al solito alla discussione e approvazione negli ultimi giorni dell’anno e che si preannuncia davvero complicato.
Alle criticità che abbiamo accennato se ne aggiungono molte altre, evidenziate dai vari interlocutori di associazioni, movimenti e parti sociali auditi prima di Natale nelle commissioni: dai trasporti per gli studenti disabili ai tagli sul sociale, dai fondi alle Aziende per il diritto allo studio universitario al sostegno alle imprese.
Una corposa parte del bilancio – 50 milioni circa – è destinata poi al rientro dal disavanzo successivo al deficit sanitario: l’Abruzzo non è più una regione canaglia, certo. Ma deve restituire svariati milioni di euro e cercherà di farlo in 10 anni e non nei 3 inizialmente pattuiti, anche per dare un po’ di respiro a capitoli di bilancio asfittici.
In tutto questo, si intersecano le battaglie politiche: se è vero che si è arrivati a finanziamenti più o meno a pioggia a iniziative culturali con l’appoggio di maggioranza e opposizione – la famosa legge marchetta – stavolta la minoranza annuncia battaglia.
“Quattro giorni di lavori in Commissione, un vero e proprio tour de force che si è concluso con un nulla di fatto”. dichiaravano prima di Natale i forzisti Mauro Febbo e Lorenzo Sospiri che sottolineavano in una nota “l’incapacità di questa maggioranza di centrosinistra di riuscire a far approvare il Bilancio, che quindi sarà discusso in Aula martedì 27 dicembre e che troverà la nostra ferma opposizione. Quattro giorni di sedute che non hanno prodotto nulla di concreto e che alla fine si sono rilevati solo una perdita di tempo”.
Siamo solo all’inizio.
I Lavori
Sono iniziati poco dopo le 14 i lavori del consiglio regionale: le convocazioni oggi sono due. La prima, ordinaria, legata all’approvazione di diversi documenti cruciali, quali il DEFR e il bilancio dell’Agenzia Sanitaria regionale: fatto curioso, quest’ultimo, visto che si parla del bilancio 2016, ovvero dell’anno che si sta concludendo. Viene più volte sottolineato questo aspetto dalla maggioranza, visto che per un anno l’Agenzia Sanitaria regionale ha atteso l’approvazione del proprio bilancio per dodici mesi, nonostante solleciti.
DEFR: “oltre 70 pagine di desiderata e del nulla.” I più agguerriti nella discussione sul documento economico e finanziario sono i consiglieri Cinque Stelle, che avevano presentato decine di emendamenti (dal reddito minimo garantito alla compensazione tra debiti e crediti per le imprese abruzzesi). Tutti ‘ghigliottinati’ per ‘vendetta’, dicono i Cinque Stelle, da parte del Presidente della Terza Commissione Berardinetti: emendamenti anche concordati sono stati tagliati senza fare distinzione.
I pentastellati attaccano la maggioranza, accusata di tagli orizzontali nei tre settori fondamentali per i servizi ai cittadini: sanità, ambiente e trasporti. Sull’ambiente, soprattutto, l’opposizione è ferrea: pochi o nulli i fondi per associazioni, parchi e riserve – i cui rappresentanti non sono stati auditi nelle commissioni apposite e chiedono, oggi, di essere ricevuti – molti i tagli. Un esempio per tutti sono i 750mila euro decurtati dal bilancio dell’ARTA, esattamente il 50%: “Tagliare sull’ambiente è un crimine contro l’umanità” tuona Pettinari. “Con tutto quello che è accaduto questa estate, i divieti di balneazione sulla costa pescarese e non solo, pensate bene di tagliare i fondi a chi, l’ambiente, lo studia e tutela”.
Al tempo stesso, si torna a parlare di Centri di ricerca. I dipendenti del Crab, del Cotir, del Crivea non percepiscono stipendi da mesi e i fondi a loro destinati – il milione di euro che li avrebbe dovuti salvare – sono bloccati dalla burocrazia. Eccellenze della ricerca abruzzese, nel settore agroalimentare quella del Crab di Avezzano, in quello delle tecniche irrigue il Cotir di Vasto, per la ricerca vitivinicola il Crivea di Miglianico: lavoratori che continuano a prestare il loro servizio pur non percependo alcunché.
“Non avete scritto un rigo sui documenti sui fondi destinati ai centri di ricerca” tuona Mauro Febbo, consigliere forzista che da sempre si è interessato della situazione. “Non c’è un euro sui centri di ricerca. Voglio essere smentito e sbugiardato, ma voglio capire dove sono i fondi per loro.”
Terminato il ‘primo’ Consiglio, si passa alle 20 alla sessione di Bilancio: lavori fino alle 24, per poi proseguire domani, sempre fino alle 24. Nessuna nottata, così hanno deciso in Conferenza dei Capigruppo: manovra per cercare di arginare i tentativi ostruzionistici dell’opposizione.
Viene approvato il disavanzo legato al rientro dal deficit sanitario in modo più o meno indolore: si ricomincia domani, ore 10:30, con la discussione sul bilancio. Entro la mezzanotte verrà approvato, questo il patto.
Ma si allunga l’ombra del Milleproroghe, aggiunto in coda all’ordine del giorno di domani: per la discussione di quello si andrà ad oltranza, anche se si dovesse superare la mezzanotte. Ipotesi che, visto il veleno che serpeggia, non sembra affatto improbabile