Indennità e comunità montane, le ‘sveltine mattutine’

Oltre 48 ore per approvare il bilancio e, in coda e nel cuore della notte, un Milleproroghe che promette di lasciare strascichi non solo polemici, visto che va ad intaccare i conti della Regione.
La lunga notte all’Emiciclo ha visto, fra occhiaie e tempi morti, il bilancio approvato dopo l’una ed il Milleproroghe discusso e approvato in modo molto rapido, seppur non indolore. I provvedimenti al suo interno sono stati resi noti ai consiglieri, con emendamenti e subemendamenti, solo una volta approvato il bilancio e dunque solo pochi minuti prima delle nuove votazioni. Un tempo che, ovviamente e come denunciato dall’opposizione, non era sufficiente per indagare sulla natura di tutti i provvedimenti che si intendevano adottare, tanto più che si tratta dei più disparati argomenti: dal riutilizzo dei sottotetti alla proroga per sanare costruzioni abusive, dalla pineta Dannunziana alla proroga della liquidazione delle Comunità Montane per la gestione dei servizi sociali.
Ed è quest’ultimo uno dei temi che maggiormente ha creato tensioni. L’opposizione, stanchissima, non aveva però i numeri per controbattere, visto anche l’altolà del Presidente D’Alfonso alla sua maggioranza: restate in Aula fino all’ultimo. Un diktat sottolineato anche nell’accordo – o meglio, l’accordicchio – stipulato con i ribelli.
“Bastano due parole per far tornare in vita le 11 Comunità Montane abruzzesi tagliate nel 2013” tuonano i consiglieri di Forza Italia Febbo e Sospiri in una nota odierna.
Con la solita “sveltina mattutina”, il centrosinistra ha approvato in Aula un sub emendamento (ispiratore e suggeritore il presidente Di Pangrazio, sic !!!) che con due semplici paroline, “e gestione”, rimette in bonus le ben 11 Comunità montane. Ebbene, il governo D’Alfonso non solo ha di fatto bloccato lo scioglimento degli 11 enti presenti in Abruzzo, varato dalla giunta Chiodi nel 2013, ma sceglie addirittura di tenerli in vita fino al 2020 con tutti i costi e “poteri” conseguenti. Infatti, sono state apportare alcune modifiche dell’articolo 1 della Legge n.20 del 2016 che non solo comportano il mantenimento in vita delle Comunità montane ma i Commissari torneranno a poter gestire i servizi previsti per gli Ambiti sociali. Una decisione a dir poco scandalosa e comunque sicuramente insensata, se si pensa che le Comunità montane continueranno a operare ben oltre la scadenza naturale dell’attuale governo regionale (le elezioni sono previste per il maggio 2019)”.
La replica non si fa attendere : era necessaria la proroga per evitare lo stop improvviso ai servizi sociali sui territori, non essendo ancora in capo ai singoli Comuni la gestione degli stessi in base alla riforma degli ambiti sociali.
Altro tema pesantemente criticato dall’opposizione di centrodestra è quella che lo stesso Febbo ha definito norma “salva Leombroni“. Consiste nel consentire ai dirigenti pensionati della Regione Abruzzo comunque una retribuzione, qualora ricoprano altri incarichi. Una norma che pare fatta su misura proprio del fedelissimo di D’Alfonso Giampiero Leombroni, dirigente regionale in quiescenza ma commissario dell’ARAP e dell’ERSI.
“Un’offesa bella e buona alla intelligenza dei nostri giovani: una persona che ha finito il suo percorso lavorativo non mi pare giusto che venga pagato due volte, visto che ci sono tanti giovani che se ne vanno, e che andrebbero invece valorizzati”
dice il capogruppo di Forza Italia Lorenzo Sospiri. Sembrano lontane le parole di D’Alfonso con le quali parlava di Leombroni e Menduni (ARIC) comegrandi professionalità che non costeranno nulla alle casse della Regione, ricordano i Cinque Stelle.
Un Milleproroghe da buttare? No. Al di là della polemica politica, comunque, alcuni dei provvedimenti presi fanno ben sperare e intendono risolvere alcuni problemi o semplificare alcune situazioni.
Uno su tutti riguarda il cratere, ed è a firma di Pierpaolo Pietrucci: si sbloccano infatti molti cantieri della ricostruzione, con grande soddisfazione del consigliere aquilano.
Lo sblocco immediato delle numerose pratiche ad oggi pendenti è stato garantito mediante l’inserimento di una norma transitoria, da me e Lolli fortemente voluta, che consentirà agli uffici regionali di rilasciare nei prossimi giorni un’attestazione di avvenuto deposito avente valore di autorizzazione, senza ulteriori obblighi istruttori. Ad onor del vero, l’intuizione è venuta a due funzionari dell’Usra, l’Ing. Salvo Provenzano e il Dott. Daniele Placidi, che dopo settimane di ricerca e studio hanno indicato e trovato la soluzione al problema. A loro va tutto il mio personale ringraziamento, segno palese che all’interno dei nostri uffici speciali ci sono delle professionalità straordinarie , delle eccellenze a cui dovremmo rivolgere più attenzione, valorizzazione e tutela.
Verranno finanziati dei progetti che consentano la conciliazione famiglia – lavoro delle donne, con possibilità di ampliamento del 50% delle risorse del progetto Family Friendly: un provvedimento con il quale si vogliono favorire il coworking, il telelavoro e tutte quelle modalità che potrebbero permettere ad una donna lavoratrice di riuscire a conciliare meglio il welfare familiare ed il lavoro, prevedendo misure anche per le professioniste.
Al tempo stesso un altro provvedimento dell’opposizione è stato accolto con favore dal resto dell’Aula: il rimborso del bollo auto a chi perde il possesso della vettura ad esempio per furto.
E ancora: proroga di un anno dei termini per avere le agevolazioni del Piano Casa Abruzzo e per la riforma, estremamente complessa e rivoluzionaria, degli ambiti socio-sanitari.
Il 2016 si chiude, in Regione, fra le polemiche: lunghe pause e improvvise accelerazioni, ribelli e mal di pancia che rientrano al momento opportuno, una maggioranza che potrebbe allargarsi (il caso NCD – D’Ignazio e la sua rottura con l’opposizione è emblematico) ma che al tempo stesso non è sembrata stabile e priva da condizionamenti.
Sullo sfondo, le elezioni in primavera all’Aquila e ad Avezzano, che potrebbero intaccare anche la Regione: le quotazioni di Pietrucci a candidato del PD salgono sempre più, scendono quelle di Lolli. Ma la mancata rappresentanza fra i consiglieri di un esponente aquilano potrebbe essere un problema insormontabile per il consigliere dell’Alta Valle dell’Aterno, che potrebbe così declinare l’invito, seppur conscio dell’ampiezza del suo elettorato.
Su Avezzano la partita è ancora più incerta, fra la dubbia ricandidatura nel PD dell’uscente Gianni Di Pangrazio – fratello del presidente del consiglio Peppe – e nuove figure che si stagliano: Daniela Stati fra queste, ex assessore proprio del Di Pangrazio sindaco, dimessasi fra le polemiche.
Le attività regionali ricominceranno nella seconda metà di gennaio, verso la fine del mese l’avvio della sessione invernale delle sedute dei consigli regionali, a Pescara. Per allora, i giochi legati alle candidature saranno conclusi.