L’Aquila, come nel 2009

19 gennaio 2017 | 15:28
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L’Aquila, come nel 2009

Come quasi otto anni fa. Come lo scorso agosto o come l’ottobre passato da poco. Il dramma del terremoto che torna prepotente con scosse continue che fanno tremare la terra, la case e i cuori. Giorni difficili per il centro Italia, per L’Aquila, Montereale, Capitignano, Pizzoli e Amatrice. I comuni vittime delle scosse e del maltempo.

Un calvario che dura da quasi 48 ore e che per certi versi sembra non averci mai lasciato dal 2009.
Dopo le scosse intense, con magnitudo superiore 5.0, è di nuovo emergenza su tutti i fronti.
C’è chi decide di lasciare la propria abitazione – i calcinacci sono di nuovo a terra e non mi fido a dormire dentro – chi passa la notte in macchina, chi nelle area di accoglienza, chi negli alloggi Map o Case di parenti e amici.

ISOLATI E DIMENTICATI –Alcuni comuni sono rimasti isolati: San Demetrio ed Arischia senza luce e gas per un intero pomeriggio, la neve abbondante che impedisce l’accesso a Campotosto, Santo Stefano di Sessanio: metri di neve e migliaia di cittadini senza corrente e al freddo. Assergi isolato anche sul fronte emergenza: l’elicottero del 118 non sa dove e come atterrare.

CAMPOTOSTO –  il sindaco Cannavicci ribadisce la drammaticità della situazione: “Siamo abituati alla neve. Un metro e mezzo per noi è normale anche se il vento ha creato problemi e accumuli di tre metri”.

Ma è il terremoto la cosa peggiore. Una slavina a Ortolano ha sepolto due persone. “Due fratelli uno all’interno dell’abitazione, l’altro fuori nell’intento di spalare la neve. Quello all’interno è riuscito a salvarsi uscendo dal balcone. Dell’altro non si hanno notizie, l’ altro è sicuramente ancora sotto”- è quanto dichiara un residente. La cosa peggiore è che Ortolano non è stato ancora raggiunto dai soccorsi, i mezzi Anas sono a cinque chilometri dal paese.

MURATI VIVI DALLA NEVE –  “Due giorni di isolamento completo, crolli in paese compresa una parte del comune. Tutti però sono chiusi in casa perché siamo murati vivi dalla neve. Abbiamo bisogno di frese per liberarci altrimenti non possiamo essere raggiungibili. Ieri grazie a Cialente e a Pietrucci uno spazzaneve è arrivato qui. Il primo e unico. La frazione più disagiata è Mascioni, non riescono a uscire dalle case. Il comune ha un solo spazzaneve, ha 40anni, ma non ha una turbina. Tre metri di neve uno spazzaneve non ce la fa a scansarli. Siamo senza acqua potabile in due frazioni”.

Intanto si fa la conta dei danni.Diverse le abitazioni private che hanno riportato danni dopo le scosse del 18 gennaio. Per questo motivo tutti i cittadini con abitazione non agibile causa danni, devono far riferimento prioritariamente ai progettisti e alle ditte di fiducia che hanno progettato ed eseguito gli interventi di riparazione o ricostruzione dell’edificio. “Tale procedura – ha osservato il Sindaco – si rende necessaria per assicurare ai cittadini residenti all’Aquila la possibilità di usufruire di un alloggio di prima accoglienza nel Progetto Case o in un Map, in caso di comprovata inagibilità della propria abitazione”.