Tra i primi soccorritori, uomini valorosi d’Abruzzo

22 gennaio 2017 | 14:22
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Tra i primi soccorritori, uomini valorosi d’Abruzzo

di Roberta Galeotti

Scavano ininterrottamente in una catena umana della speranza. Non mollano, cercano, scavano e sperano che  il vano cucina possa riservare un altro miracolo.

Sono ‘uomini valorosi‘, come li ha definiti Fabrizio Curcio capo del Dipartimento di Protezione Civile, che in situazione estreme lottano per salvare vite umane con competenza e sangue freddo.

Vigili del Fuoco, Forestali, Poliziotti, Carabinieri e Finanzieri ma anche volontari.

Tra i primi soccorritori arrivati a Farindola ci sono anche degli abruzzesi: due volontari di Pacentro e cinque marsicani.

Hanno aperto la strada per Rigopiano, hanno battuto la pista, noncuranti del buio, della neve e del freddo, hanno favorito l’arrivo dei soccorsi e, così, hanno contribuito a salvare la vita dei superstiti del crollo dell’hotel Rigopiano di Penne. soccorritori

Si tratta di Massimo Angelilli e Gino Bosio, che appartengono al Soccorso Alpino di Pacentro, e Paride Gallese, Pierluigi Taccone, Enzo Ventimiglia, Matteo Alberto Bernetti e Luigi Bianchi.

Paride Gallese, Pierluigi Taccone e Luigi Piccirilli, sono i volontari avezzanesi del soccorso alpino Marsicano (CNSAS) che hanno preso autonomamente la decisione di raggiungere con gli sci il luogo della tragedia, nelle ore successive alla slavina quando non si riusciva a procedere con i mezzi e sono stati i primi ad entrare nell’hotel raggiunto e sepolto dalla slavina.soccorritori
«Sono stati tra i primi a partire per Farindola, con grande solidarietà e senso civico, e i primi ad arrivare sul luogo della tragedia, battendo la pista e tracciando il percorso per le altre squadre dei soccorritori». Sono parole che fanno stringere il cuore quelle con cui Gianfranco Gallese, medico del soccorso alpino e speleologico marsicano e delegato alla Protezione civile di Avezzano, elogia i volontari marsicani del soccorso alpino e speleologico di Avezzano.

Tra i volontari del Soccorso alpino speleologico in azione a Rigopiano anche un ragazzo di Santo Stefano di Sessanio Davide De Carolis, gestore del Ristocampig Gran Sasso a S. Stefano.

La straordinaria potenza della slavina che si è staccata dal Gran Sasso, a seguito dei terremoti e dell’eccezionale nevicata, è stata paragonata a 4000 tir a pieno carico che si sono riversati sulla costruzione ad una velocità tra i 50 ed i 100 chilometri orari, hanno detto gli esperti. I ritrovamenti sono fermi a ieri e, quindi, sono ancora 23 i dispersi. Ma la speranza è ancora viva.soccorritore santo stefano

«Andremo avanti sempre, finché non li troviamo tutti. Potrebbero ancora esserci delle persone in vita là sotto. In vita o non in vita, non importa, non possiamo dare nulla per scontato.

Ci sono delle famiglie che aspettano». Ha detto un operatore del Soccorso alpino nazionale, Luca Giai Arcota, appena tornato nel Centro di coordinamento ricerche a Penne  da un turno di ricerche sotto le macerie dell’hotel Rigopiano. In molti soccorritori hanno scelto di riposare in tende igloo vicino all’Hotel e non riscendere a Penne per limitare al minimo i tempi di spostamento. «Oggi abbiamo fatto un lavoro mostruoso, eccezionale – ha detto -. Siamo in 90 solo noi del Soccorso alpino, oltre a una 40 di Vigili del fuoco e una decina di Finanzieri almeno».soccorritori

La palestra di arrampicata di Penne è diventata l’area in cui i soccorritori, alla fine di una sessione di ricerca sfiancante, possono cambiarsi e riposare. Dopo che un’altra squadra li ha sostituiti. Appendono le giacche fradice; sistemano gli sci e gli stivali da montagna; possono stendersi nei sacco a pelo sugli enormi materassi blu, usati di solito nelle sessioni di arrampicata indoor, e riprendere le energie.

Elettrizzati dall’estrazione dei quattro bambini in vita, venerdì, alcuni vigili del fuoco hanno continuato ad operare all’Hotel Rigopiano, rifiutandosi di scendere alla fine del loro turno, hanno riferito i soccorritori del Centro di coordinamento ricerche a Penne. «Certe volte è così, e anzi bisogna dire loro di fermarsi e riposare – spiegano – d’altra parte, si tratta di squadre che ormai hanno familiarità con l’ambiente in cui operare, che è un vantaggio rispetto ad altri». Le vie di comunicazioni verso l’albergo sono difficili: tra ieri e oggi pochi elicotteri hanno potuto volare a causa della pioggia, e anche i mezzi che trasportano cibo e materiale per i soccorritori sono rallentati dalle condizioni della strada, dove si procede a senso unico alternato.

*Se siete a conoscenza di storie di questi umili uomini valorosi inviate la segnalazione al Capoluogo via WhatsApp 3926758413, via mail ilcapoluogo@gmail.com