Cialente interroga Curcio che nicchia

Uno scambio di mail tra il sindaco Massimo Cialente e il Capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio.
Al centro dell’attenzione il comunicato della Commissione Grandi Rischi che ha allarmato la popolazione non escludendo la possibilità di eventi tra il 6° e il 7° in vaste aree dell’Appennino centrale.
“Come mi devo comportare? Io e i cittadini siamo perfettamente a conoscenza della pericolosità sismica del nostro territorio” – chiede Cialente pubblicando sulla sua pagina Facebook lo scambio di mail chiedendo ancora risposte al Governo.
“Il piano della Protezione Civile comunale è costantemente aggiornato e sta assistendo i residenti del territorio” – ha ribadito Cialente a Curcio.
Ma l’interrogativo più importante, che pone il primo cittadino, è quello che riguarda le strutture comunali o di altri Enti e Istituzioni, pur risultando agibili, hanno un indice di vulnerabilità inferiore a 1 e in alcuni casi al di sotto di 0.3.
“Conosco bene le norme che imporrebbero, in questi casi, di procedere all’adeguamento sismico ma oltre ai tempi biblici della ricostruzione pubblica, solamente da un anno i Comuni possono intervenire, e solo per l’adeguamento delle scuole, senza sforare dal Patto di Stabilità”.
“Come mi devo regolare rispetto a queste soglie di vulnerabilità per continuare a ritenere utilizzabili queste ‘strutture pubbliche in base alla loro utilizzazione?”.
La risposta di Curcio: “non esistono soglie cui riferire con automatismo le azioni di protezione civile da porre in atto”.
Intanto oggi la sede della AFM resta vuota: i lavoratori hanno deciso di non entrare nello stabile.
La denuncia arriva dall’Ugl la sede “non è stata mai oggetto dei lavori di ristrutturazione post sisma. In quella sede ci fu detto che lo stabile che ospita la AFM aveva ottenuto la agibilitàparziale con classificazione “B”e che era stato interessato, quale proprietario dell’immobile, il Comune per i lavori di ristrutturazione. L’allora assessore De Santis si impegnò ad acquisire dalla AFM tutta la documentazione ed a farsi carico della problematica, predisponendo i necessari interventi.
Sono passati altri 3 anni senza che nessun lavoro di ristrutturazione sia mai stato eseguito!!!
Dopo gli ultimi eventi sismici del 18 gennaio questa mattina i lavoratori recandosi in azienda, hanno notato danni ancora più importanti e così hanno, giustamente, deciso di non entrare nello stabile.
E’ inammissibile e ingiustificabile che ad 8 anni dal sisma del 2009 nulla sia stato fatto per garantire la sicurezza dei lavoratori. Ora il Comune si impegni nell’immediato, a trovare una soluzione alternativa dove allocare la sede della AFM”.