Da Colledara a San Gabriele: il fiume umano dei fuori cratere

In marcia da Colledara a San Gabriele. Proseguono la loro battaglia gli “esclusi” dal cratere. Cittadini e sindaci dei comuni della valle del Gran Sasso si sono ritrovati questa mattina nella piazza di Colledara.
“Non lasciate che questo sia il nostro futuro” si legge sullo striscione a cui segue un fiume umano pronto a raggiungere il santuario di San Gabriele. [leggi: Decreto Terremoto, l’urlo degli esclusi]
Anche un carro funebre, una bara e manifesti mortuari: una sorta di funerale a un “territorio dimenticato”.

Una manifestazione composta a cui hanno preso parte anche molte famiglie e bambini.
“L’eredità lasciata dalla nevicata di gennaio e quella legata allo sciame sismico ancora in corso non può essere ignorata”.
A Colledara sono 71 gli edifici privati inagibili, a fronte, per esempio, dei 45 di Campli: e sugli sfollati, oltre il 3,3 per cento della popolazione di Isola del Gran Sasso è stata sgomberata perché la propria abitazione non era più sicura. Ai danni del sisma, in questa zona si aggiungono quelli del maltempo e dell’interruzione dell’energia elettrica, con Comuni arrivati a non avere la corrente per quasi 10 giorni.
Uno scenario terrificante, ben testimoniato dalla nostra fotogallery di Isola del Gran Sasso e Colledara. E anche per gli edifici pubblici, le scuole, le cose non vanno meglio: molte le scuole inagibili, doppi turni nell’unico edificio rimasto in piedi, quello delle elementari. “Lo spopolamento”, ci dice un abitante di Isola del Gran Sasso, “è già molto avviato tanto che molte famiglie hanno deciso di iscrivere i propri figli, per il prossimo anno scolastico, sulla costa. Le famiglie con case inagibili sono ospitate in alberghi o hanno trovato sistemazioni da parenti o amici. Ma non abbiamo un posto dove poter andare in caso di emergenza. Ci sentiamo come topi in gabbia”.

Alla manifestazione hanno aderito anche i Comuni che sono già nel cratere, come Castelli e Tossicia per ribadire che ci sono tante altre criticità sul territorio che non vengono affrontate: lo stato molto precario delle infrastrutture, della viabilità, dell’economia e del preoccupante fenomeno dello spopolamento, accelerato dalle ultime emergenze, oltre al problema dell’edilizia scolastica e della sicurezza delle scuole.
GLI ESCLUSI: Da Isola del Gran Sasso e Colledara a Penna Sant’Andrea, passando per Pizzoli, Cagnano e Barete: tutti Comuni che a seguito degli eventi degli ultimi mesi vivono momenti drammatici e vedono un futuro sempre più nero. Anche nell’aquilano Pizzoli, Cagnano, Barete e Arischia con un consiglio congiunto hanno scritto una pagina importante della storia del post terremoto del 18 gennaio. Un documento che fotografa un’emergenza su tutti i fronti è stato inviato al Governo. [leggi: L’Alta Valle dell’Aterno vuole il cratere]