Noi, in centro, reclusi in casa

Ricostruzione e lavori per i sottoservizi: un mix letale per chi, tornato a vivere in centro, si ritrova con strade sbarrate, scavi fin davanti all’ingresso e, una volta calato il sole, il buio più totale.
“E’ come essere reclusi in casa. Mi sento esiliato” dice a Il Capoluogo un residente del centro storico, tornato nella sua abitazione dopo i lavori post sisma. Una scelta dettata, molte volte, dall’amore per la città: ma che ogni giorno diventa sempre più difficile portare avanti.

La zona di via Garibaldi e Santa Maria Paganica è quella che sta scontando più di tutte la micidiale combinazione di cantieri della ricostruzione e scavi per i sottoservizi i quali, recentemente, hanno subito uno stop per dei ritrovamenti durante i lavori. E’ preoccupato anche l’Assessore alla ricostruzione del Comune dell’Aquila, Pietro Di Stefano, che ha inviato una nota ad E-distribuzione, Gran Sasso Acqua, Acmar e Telecom Italia nella quale sottolinea come i lavori per i sottoservizi siano a rischio empasse totale.
“I problemi” dice Di Stefano “riguarderebbereo una discordanza delle comunicazioni di Telecom ed E-Distribuzione riguardo all’effettivo stato di fatto, con imprevisti che causano evidenti ripercussioni sull’andamento del cantiere e un conseguente rallentamento del cronoprogramma”.
Il primo marzo negli uffici dell’Assessorato si terrà un incontro chiarificatore proprio su queste tematiche.

A lungo termine, i vantaggi apportati dagli interventi che si stanno eseguendo sicuramente ci saranno: ma nel breve e medio termine, diventa sempre più difficile per residenti e commercianti continuare a rimanere in centro.
“Per prendere l’auto devo fare chilometri e la sera, da sola, devo attraversare tutti i vicoli bui attorno a via Garibaldi, con la torcia e con la paura. Non sento davvero mia la casa in cui sono tornata ad abitare, è tutto troppo difficile”
dice un’altra residente.
Stessi problemi per i commercianti. Stefano Pettine, dalla sua pagina Facebook, si dice ‘interdetto’ dallo stop dei sottoservizi nella parte alta del Corso.

Non permettiamo che l’eccellenza professionale dei nostri giovani vada a sviluppare ed arricchire altre economie, facciamo che i parchi giochi per i bimbi rimangano tali e non vengano lasciati all’abbandono perché non più utilizzati causa allontanamento delle giovani famiglie dal tessuto urbano.
(e.f.)