Cotugno, avanti con la protesta

Il Cotugno dovrà rientrare in via Da Vinci ma non si ferma la protesta che porterà, domani pomeriggio, studenti e insegnanti a manifestare così come previsto ancor prima della comunicazione da parte della Provincia.
Una decisione che non convince nessuno, quella di far rientrare lunedì gli studenti nella loro sede originaria, tenendo chiusi ben due blocchi (l’F e G): in sostanza, dopo un mese si danno per buoni il certificato di agibilità post sisma e la relazione, di cui però non si conosce il contenuto, dell’Ingegner Pace.
“Ma a cosa è servito un mese di chiusura dell’edificio?” si chiedono gli insegnanti che in una lettera aperta hanno messo nero su bianco tutti i loro dubbi su una situazione piuttosto confusionaria. “Forse alla Provincia per mettere a posto le carte. Ma noi siamo nella stessa situazione di prima.” Anzi, forse peggio, visto che stamattina si è scoperto il furto di materiale di valore all’interno dell’Istituto dove, oltre ai ladri, sono entrati anche i topi.
Nella lettera, gli insegnanti entrano nel dettaglio del documento emanato dall’Amministrazione provinciale, definito ‘pieno di incongruenze’:
“Ci fanno rientrare nel vecchio edificio sulla base di due elementi: la relazione dell’ingegner Giuseppe Pace, che al momento non è dato conoscere, e il certificato di Idoneità statica e Agibilità sismica del 2009 (come se nel frattempo non ci fossero stati i dati della prova vulnerabilità del 2013, che dimostrava criticità strutturali, poste peraltro alla base della programmazione di lavori già finanziati).
La relazione dell’Ingegner Pace, si dice nel documento, è basata sugli esiti delle prove relative all’ultima campagna di indagine, cioè le prove di carico sui corpi F e G, e i carotaggi. E’ utile precisare che le prove di carico e la “verifica ai carichi statici” sono due cose DIVERSE.
Le nuove prove smentiscono la mancata verifica ai carichi statici del corpo F? Evidentemente no, altrimenti non ci sarebbe interdetto l’uso di quel corpo, che costituisce circa metà della scuola.
Peraltro, dal documento si evince chiaramente che una nuova verifica dell’analisi statica e un aggiornamento dello studio di vulnerabilità sismica, non sono stati fatti (erano stati richiesti all’ingegnere Catana, autrice dello studio del 2013).”
E’ questo un altro punto oscuro: i controlli, si chiedono gli insegnanti, non dovevano essere eseguiti da tecnici terzi, sotto la supervisione di Reluis?
E inoltre, sul corpo F
“Si dice che questo corpo viene chiuso per motivi precauzionali: ma questa precauzione viene adottata solo adesso? Dopo che tre anni sono passati da quando l’Amministrazione provinciale ne conosce le criticità strutturali e statiche? Dunque per tutto questo tempo si è tenuta una comunità scolastica di 1300 persone a rischio?
La chiusura “precauzionale” del corpo F viene motivata con l’attesa di nuovi controlli e verifiche, sulla base delle linee guida dettate dalla Reluis, nonché dell’esecuzione dei lavori di adeguamento strutturale. Ma le due cose sono contraddittorie: o si decide di approfondire i controlli, mettendo in dubbio i dati dell’analisi statica del 2013, oppure si decide di fare i lavori di adeguamento strutturale già finanziati per una somma di 750 mila euro, dando per buoni quei dati.
E ancora: del corpo F ci faranno usare rampe e pianerottoli (altrimenti sarebbe impossibile muoversi e uscire dall’edificio) sulla base delle prove di carico che hanno dato esito positivo.
Ma le stesse prove di carico sono state effettuate anche nelle aule del corpo F: come mai queste non sono utilizzabili? Qual è l’esito in questo caso? Perché non si dichiarano formalmente inagibili, come di fatto sono? E perché per tre anni gli studenti sono stati tenuti lì in queste stesse condizioni?
Quanto alla parte restante dell’edificio che si dichiara sicura, perché non viene emesso un nuovo certificato di agibilità che tenga conto di tutti gli studi e le prove materiali effettuati dal 2009 in poi?
In questo mese, inoltre, la ricognizione degli spazi – continuano gli insegnanti – è partita con estremo ritardo e solo dopo tre settimane di doppi turni, con la Provincia che non sa di quali altri spazi potrà disporre per ricollocare le classi che non rientreranno in via Da Vinci.
Ci si impone un rientro in tempi brevissimi, senza un quadro chiaro della ricollocazione dei vari indirizzi e senza tener conto delle enormi difficoltà organizzative che questa comporta. La Provincia sta effettuando ancora questa mattina la ricognizione degli spazi, a ulteriore riprova che in questo mese nulla di concreto è stato fatto nemmeno dal punto di vista logistico. Siamo trattati peggio di pacchi postali.”
Ci saranno anche loro, dunque, alla manifestazione di domani pomeriggio: appuntamento a Colle Sapone, ore 15:30.
“Dopo questa ennesima dimostrazione dell’incapacità e dell’inconcludenza della nostra classe politica, è infatti necessario mobilitarci in maniera ancora più forte e massiccia” dicono i rappresentanti. E senza dubbio lo sarà.
Il testo integrale della lettera aperta degli insegnanti del Cotugno
(e.f.)