La ricostruzione fuori cratere è bloccata

10 marzo 2017 | 12:07
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La ricostruzione fuori cratere è bloccata

Manca la copertura finanziaria per continuare a tenere aperti gli Uffici periferici per la ricostruzione, quelli che si occupano della ricostruzione dei comuni fuori dal cratere. Pratiche relative a 75 comuni abruzzesi ferme per un importo pari a 270 milioni di euro.

Risultato: la ricostruzione fuori cratere è bloccata.

L’allarme è stato lanciato giorni fa dagli amministratori locali e i sindaci dei Comuni del Cratere, in una assemblea tenutasi ieri a Fossa, esprimono la propria solidarietà ai Comuni “Fuori Cratere” per una situazione davvero problematica.

A parlare per tutti è il sindaco di Cugnoli Lanfranco Chiola, Coordinatore dell’Area Omogenea n. 5.

La ricostruzione dei Comuni Fuori Cratere del sisma Abruzzo 2009 è bloccata. Ad oggi, nonostante i continui solleciti agli organi competenti, non è arrivata alcuna risposta in merito che possa garantire il futuro e il proseguire della ricostruzione.”

Dal 1 marzo 2017 sono chiusi gli uffici UTR dei Comuni fuori cratere delle diverse Aree Omogenee: Caporciano, Castel del Monte, Cugnoli, Goriano Sicoli, Montorio al Vomano e Rocca di Mezzo e quindi sono bloccate tutte le attività tecnico – amministrative delle pratiche di richiesta di contributo per gli immobili danneggiati dal sisma del 6 aprile 2009 per tutti i 75 Comuni “Fuori Cratere” delle Province di Pescara, Chieti, Teramo e L’Aquila convenzionati con gli uffici”

Diverse le motivazioni che hanno portato alle chiusure. Dal mancato trasferimento di risorse per il pagamento del corrispettivo dei 23 consulenti che quotidianamente si occupano dell’istruttoria dei progetti per la ricostruzione post-sisma, al fatto che sono state le stesse Amministrazioni Comunali, dallo scorso mese di giugno ad anticipare il pagamento ai professionisti impiegati. “Il rispetto degli equilibri di bilancio rende però impossibile sostenere finanziariamente i costi degli uffici senza alcun rimborso” sottolinea Chiola.

La nascita di questi uffici di frontiera era stata inizialmente caldeggiata per dare la necessaria uniformità di lavorazione alle pratiche di ricostruzione post sisma, ma adesso gli uffici sono stati completamente abbandonati: non sono stati trasferiti i fondi per pagare le spese dell’anno 2016 e c’è incertezza interpretativa nella lettura delle norme previste per l’anno 2017.

“È inconcepibile che tecnici molto preparati non abbiano avuto il pagamento del proprio compenso, pur avendo esercitato la propria professionalità quotidianamente a servizio degli uffici; la stessa situazione di mancati pagamenti si sta verificando per alcuni tecnici dell’USRC che non ricevono lo stipendio da mesi.

Ogni giorno continuano ad essere protocollate ed acquisite pratiche indirizzate agli uffici di frontiera, presentate da cittadini che dopo otto anni desiderano tornare al più presto nelle proprie abitazioni, ma purtroppo, a causa di questo disinteresse che si sta trasformando in oblio, queste richieste non vengono riscontrate.

Non possiamo permetterci di abbandonare i nostri cittadini senza dare loro alcuna risposta in merito al proprio futuro e al futuro di un intero territorio che sta subendo tragiche e gravi conseguenze per l’interruzione dell’intera attività di ricostruzione, che si ripercuotono sull’economia della Regione, sui pagamenti dovuti alle ditte occupate, sull’indotto lavorativo creato, oltre che sulle risorse finanziarie pubbliche fino ad oggi impegnate.”

(e.f.)