Megalò 2, presidio in Regione

23 marzo 2017 | 13:41
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Megalò 2, presidio in Regione

No al raddoppio di Megalò.

Stamattina sono accorsi, battaglieri, a decine sotto alla sede della Regione Abruzzo di via Salaria Antica Est: sono i rappresentanti delle associazioni di difesa dell’ambiente ma anche di commercianti che presiedono la Regione in quanto oggi è previstoil parere della VIA su di un progetto da più parti osteggiato.

Da una parte, c’è il pericolo ambientale: Megalò 2 sorgerebbe infatti in una zona di esondazione del fiume. “E’ gravissimo che il Comune di Chieti sostenga un progetto in zona di esondazione del fiume e che gli altri comuni – a partire da Pescara – non si oppongano” aveva detto nei giorni scorsi Maurizio Acerbo (Rifondazione Comunista), sottolineando come ci sia tutta una serie di responsabilità bipartisan in questa vicenda urbanistica, fatta di “cementificazione e speculazione”.

Dall’altra ci sono i rappresentanti di Confcommercio, Ascom ed altre associazioni di categoriache oppongono il loro secco no all’ennesimo centro commerciale in una provincia, peraltro, quella di Chieti, che per presenza di ipermercati eguaglierebbe Milano. La Regione, inoltre, nel 2010 si era già espressa in merito con una moratoria, vietando l’apertura sul territorio regionale di nuovi centri commerciali.

Nell’ambito del Consiglio regionale di martedì c’era stata la dura presa di posizione del Movimento 5 stelle che aveva chiesto di sospendere l’iter autorizzatorio al raddoppio di Megalò: una posizione condivisa da ambientalisti, Confcommercio e balneatori.

Il parere della Regione Abruzzo arriverà oggi dopo l’approfondimento tecnico che il Comitato stesso ha ritenuto necessario in seguito a quanto emerso nelle audizioni del 16 marzo scorso. In quella sede il WWF, presente così come Confesercenti e Legambiente, aveva ribadito la propria opposizione alla nuova colata di cemento a ridosso del fiume, anche alla luce dei cambiamenti climatici in atto e alle controdeduzioni che la ditta che propone l’intervento ha contrapposto alle affermazioni del WWF. “La più clamorosa riguarda il centro commerciale già esistente, realizzato com’è a tutti noto, senza alcuna preventiva valutazione di impatto ambientale.” dice, in una nota, il WWF.

“Secondo la ditta proponente il Comitato VIA con un giudizio del 2012 avrebbe invece esaminato e approvato anche le opere già esistenti. Questo semplicemente non è avvenuto, ma anche se fosse sarebbe stato comunque un parere a danno fatto e non la valutazione preventiva obbligatoria che è stata invece evitata in virtù di una legge regionale in contrasto con la normativa nazionale ed europea abrogata dopo pochi mesi e rimasta in vigore appena il tempo sufficiente a far varare un progetto a dir poco estremamente discutibile per la sua collocazione in un’area di esondazione del fiume.

Una scelta sbagliata sin da allora, che diventa ancora più problematica oggi, alla luce dei cambiamenti climatici in atto che hanno reso inattuali e superati i modelli previsionali sui quali ci si basa per calcolare i tempi di ritorno e le portate delle piene. “

(e.f.)