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E’ Bergamotto il candidato sindaco

31 marzo 2017 | 13:53
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E’ Bergamotto il candidato sindaco

di Roberta Galeotti

A due mesi dal voto si è finalmente chiuso il balletto del centro destra sul nuovo protagonista della scena politica Luca Bergamotto, ex consigliere comunale ed ex consigliere regionale, fondatore e direttore della televisione locale nata nel post sisma LaqTv.

FI ha forzato la mano con le altre realtà politiche della ‘coalizione’ per chiudere su questo outsider, pur di non chiudere sui candidati che si erano affacciati serenamente all’agone politico. I salviniani, che sin dall’inizio avevano chiesto di individuare un candidato sindaco che fosse la sintesi di tutte le forze politiche in campo, sono stati costretti, ob torto collo, ad ingoiare il boccone amaro e a ritirare la candidatura a sindaco di Luigi D’Eramo.

«Intorno a Luca Bergamotto si è creato un movimento che ha cercato di superare le contrapposizioni politiche – ha diplomaticamente spiegato Emanuele Imprudente, segretario del partito Noi Con Salvini -. Cerchiamo una coalizione forte per battere il centro sinistra e su Luca si è creata una convergenza tra diverse forze politiche: L’Aquila Futura di Roberto Santangelo e l’alemanniano Valerio Di Pasquale. Questo nome è nato come elemento terzo ai partiti e alle figure in campo contrapposte».

I salviniani sono stati di fatto ingurgitati dal sistema, che ha individuato un candidato frutto di un tecnicismo politico.

«Non mi voglio far trascinare in questa bagarre assurda – il commento del candidato sindaco di Fratelli d’Italia, Pierluigi Biondi -. Questo teatrino indecoroso della politica, fatto di cose dette e non dette, è una figuraccia tremenda. Voglio parlare di problemi e di proposte. Noi andremo avanti da soli».

«Quando sarà formalizzato questo accordo lo valuteremo – ha detto il candidato sindaco di Riscatto Popolare, Giancarlo Silveri -. Siamo ancora sul ‘si dice’. Se fosse così come si vocifera, sarebbe una cosa grave, un accordo per un nome, ma senza una logica che accomuni intenti e politiche. Da quest’accordo, nato da tecnicismi, non esce una squadra di persone unite da un programma – ha concluso Silveri -, quanto da logiche di partito che guardano all’utilità di scelte finalizzate a scalate politiche»