La ri-scossa dei terremotati



Alcuni hanno bloccato la Salaria, altri presidiano gli stalli nelle aree maggiormente colpite dal sisma, da Amatrice a Pieve Torina passando per Norcia e L’Aquila.
Oggi sono tornati in piazza i terremotati del cratere del centro Italia: una nuova manifestazione organizzata dall’associazione laziale “La ri-scossa dei terremotati” e dalla marchigiana “La terra trema noi no”.
Non solo in Piazza Montecitorio a Roma, come era avvenuto il 2 febbraio, ma su tutto il territorio nazionale i terremotati stanno facendo sentire la loro voce “denunciando i troppi ritardi e le inadeguatezze amministrative che stanno portando il Centro Italia allo spopolamento”.


L’evento, voluto dai due comitati spontanei già organizzatori delle manifestazioni del 25 gennaio e 2 febbraio, si sta svolgendo dalle 10 a Montecitorio e nei dieci stalli individuati nelle vicinanze delle zone più colpite (Torrita, Grisciano, Trisungo, Visso, Pieve Torina, Salvalagli di Gaiole, Tolentino, Porto Sant’Elpidio e L’Aquila), dove le popolazioni si raccoglieranno per dar voce “a una protesta pacifica ma determinata per esigere un cambio di passo nella gestione di questa tragedia”. In numerose città italiane verranno poi esposti, in segno di solidarietà con i manifestanti, gli striscioni dell’evento e gli hashtag #insiemejelafammo e #laterratremanoino


QUI GRISCIANO
Un centinaio i manifestanti al presidio di Grisciano, frazione di Accumoli nella quale sono confluiti quanti hanno perso tutto con il terremoto del 24 agosto prima e del 30 ottobre poi. Molti anche quelli che avevano le seconde case nei paesi, case di vacanza che sono venute giù insieme a tutto il resto, nonché i commercianti e gli allevatori, letteralmente in ginocchio. Si va avanti grazie, ancora alla solidarietà degli italiani e non alle azioni concrete dello Stato: una situazione purtroppo per noi familiare.
Presente anche il Comitato Illica vive, con la fondatrice Sabrina Fantauzzi(sue le foto di questa gallery) e il segretario generale Elvira Mazzarella. “Siamo qui per chiedere trasparenza e partecipazione per garantire una ricostruzione nel pieno rispetto della identità dei luoghi, della sicurezza e della legalità. Tra le varie esigenze impellenti, la creazione di sportelli pubblici sul territorio che diano informazioni sui processi amministrativi e burocratici da seguire per la ricostruzione per evitare confusione, errori e allarmismi.” Una protesta contro il senso di abbandono e degrado nel quale continua a vivere il centro Italia colpito dal terremoto di agosto e ottobre che qui assume anche contorni più preoccupanti riguardanti la salute: in molte frazioni stanno rimuovendo le macerie – dice Elvira Mazzarella – portando via senza alcuna precauzione anche l’eternit che, sbriciolandosi, si disperde nell’aria”. Manifestano infatti con le mascherine bianche.



QUI TRISUNGO – ARQUATA DEL TRONTO
I manifestanti hanno bloccato la SS ‘Salaria’ a Trisungo, frazione di Arquata del Tronto. Oltre ai terremotati del luogo e di Acquasanta Terme ci sono delegazioni di Castelluccio, Cascia, Samugheo.
“Rispettate il nostro dolore e le nostre promesse”, “Non molliamo”, “Arquata vive”, “Arquata non muore” le scritte su striscioni e cartelli. I manifestanti hanno portato un trattore, ma qualcuno ha collocato lungo la strada anche un tavolo con delle sedie. Sul luogo polizia, carabinieri e polizia municipale.
QUI TORRITA
Un gruppo di manifestanti è presente anche a Torrita, una delle frazioni di Amatrice colpite dal sisma della scorsa estate. Il gruppo ha bloccato a metà mattinata la Salaria all’altezza della frazione, la protesta avviene in concomitanza con le mobilitazioni organizzate a Montecitorio e nelle altre zone colpite dal terremoto dai comitati civici aderenti al movimento “La Ri-Scossa dei Terremotati”.
QUI MONTECITORIO
A Montecitorio sono molti i manifestanti dei territori colpiti dal sisma: tra questi, ci sono quelli dell’aquilano e in particolare di Campotosto. In tanti sono giunti qui da Lunghezza dove da ieri si sta tenendo il concertone ‘Special Campotostock’ una due giorni di musica e raccolta fondi per la ricostruzione del comune distrutto dal terremoto.


“Vogliamo una risposta entro una settimana da parte del governo e dei capi dei gruppi parlamentari di Camera e Senato, altrimenti non ci spostiamo più dalla Salaria e bloccheremo il Paese” dicono dalla piazza di Montecitorio. E il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, parlando a Cernobbio, conferma “e si vedrà con l’approvazione del Def, che l’impegno per il terremoto è una priorità assoluta e l’affronteremo con l’impegno e le risorse necessarie”.
La manifestazione di Montecitorio si è poi spostata al Pantheon, dove è stata sciolta dopo aver ribadito le richieste al governo. Stando agli organizzatori, oggi in piazza a Roma c’erano 500 partecipanti, a cui vanno aggiunti quelli negli altri presidi organizzati nei Comuni dell’area terremotata.