Strade pulite ma resta il divieto

1 aprile 2017 | 20:44
Share0
Strade pulite ma resta il divieto

La SP86 del Vasto – quella che da Assergi va verso Campotosto – è stata liberata dai detriti che la rendevano impercorribile.

Merito degli usi civici di Assergi che, come prevedeva l’accordo raggiunto mercoledì scorso, si sono adoperati per rimuovere i grossi tronchi e i massi che ostruivano la sede stradale.

Lo hanno fatto con grande celerità, visto che la strada era sgombera dalla tarda mattinata di venerdì: ma la viabilità ancora non è stata ripristinata, con l’ennesimo fine settimana in cui il Gran Sasso resterà isolato, con evidenti penalizzazioni per il territorio, le attività commerciali, il santuario di San Pietro della Ienca.

Il 2 aprile è il dodicesimo anniversario della morte di Papa Giovanni Paolo II, al quale il Santuario è dedicato: la sbarra è però rimasta chiusa. E qualcuno ha anche posato dei fiori davanti ad essa. 

A mancare, di fatto, è solo l’autorizzazione al ripristino della viabilità in quella zona da parte della Provincia visto che la strada, come si vede dalle fotografie, è perfettamente percorribile.

strade gran sasso sgomberate da detriti
strade gran sasso sgomberate da detriti

L’ennesimo ritardo in una situazione che ha assunto caratteri grotteschi in questi due mesi di chiusura post slavina.

Una serie di valanghe, a seguito delle grandi nevicate di fine gennaio, aveva travolto con detriti, legna e grossi massi due strade in particolare, la SP 86 e della SS 17 bis, rendendole non percorribili. Due mesi di enormi disagi per gli allevatori del Gran Sasso, per la viabilità e per il turismo. La protesta è montata via via con il passare delle settimane, di fronte all’inerzia degli enti locali che fino a mercoledì scorso non si erano mai seduti allo stesso tavolo per trovare una soluzione.

Soluzione che si era trovata anche in maniera piuttosto semplice: gli Usi Civici di Assergi avrebbero tolto la legna che ingombrava la strada, con l’ASM impegnata a pulire l’area.

Era tramontata la proposta della Provincia di trattare i detriti portati a valle dalle slavine come rifiuti urbani: opzione che avrebbe comportato tempistiche molto più lunghe e una burocrazia maggiore, incompatibile con la necessità di riaprire l’area.

Venerdì la restituzione della zona allo stato pre valanga. Ma niente pare essere cambiato.

(e.f.)