
Cool-tura, rubrica di Valeria Mancini*
«Attimi che incontro» – così Fabrizio Ferri definisce i suoi scatti, raccolti nella mostra fotografica appena conclusa La mia Terra, un viaggio nel Parco, al Palazzetto dei Nobili a L’Aquila.
Fabrizio Ferri incornicia con la sua Canon 6D molti dei magici scenari del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga e li condivide col pubblico in una suggestiva mostra fotografica dei suoi scatti migliori.
Ferri è un fotografo aquilano del ‘74 ed un grande appassionato di montagna, da ciò si spiega l’accurata ricerca dei dettagli e della giusta angolazione che conduce. Questi paesaggi sono per lui talmente familiari, che quando gli ho domandato cosa cercasse nei suoi scatti mi ha semplicemente risposto: «Quando vado in un luogo già so cosa cerco!».
Immortala zone in foschia, l’umidità tra i monti, orizzonti colorati e ne mette in risalto le sfumature, attraverso contrasti forti, giochi di ombre e di luci, colori saturi, linee nitide e niente, neanche un particolare, sembra essere lì per caso.
Protagonista è l’acqua in tutte le sue forme, che fa da specchio alla maestosità dei monti. Ogni sua fotografia sprigiona infatti energia positiva per l’anima, quasi come fossero delle immagini in movimento. Dinamismo: questa è la qualità preponderante.
E’ una mostra di alto livello e l’ambiente del Palazzetto dei Nobili ne aumenta il prestigio, peccato la poca informazione. La mia Terra, un viaggio nel Parco, come tanti altri eventi culturali della nostra città, avrebbe meritato un pubblico più vasto, che a causa della scarsa pubblicità, nonostante i nove giorni a disposizione, non ha ricevuto.
Ho dato un’occhiata al libro delle firme e mi sono trascritta alcuni dei commenti più belli per dimostrare a coloro che non sono andati cosa si sono persi (spero che qualcuno dei visitatori si ritrovi in queste parole):
“Grazie di cuore per avermi fatto vedere la natura con occhi diversi”
“Non sono semplici foto ma immensi capolavori”
“Una location prestigiosa per un artista sopraffino”
“Una pace per l’anima”
“Con questa materia prima si direbbe un compito semplice renderne la maestosità e la bellezza, ma in questo caso la mano dell’autore è riuscita ad amplificarla e moltiplicarla” …