Quando L’Aquila rinasceva dal Gran Sasso

di Francesca Marchi
Si pensava in grande, si lavorava alla realizzazione della Grande Aquila, si facevano progetti concreti.
Erano gli anni ’30 che per svariati motivi hanno un assonanza molto forte con quelli che la città vive adesso.
Un territorio in crescita all’interno di una città cantiere.
Questa era L’Aquila nei primi anni ’30, questa è L’Aquila adesso.
Fulgo Graziosi e Roberta Galeotti nella seconda puntata di Quando L’Aquila Sognava accendono l’attenzione sui progetti, sui sogni di rilancio e sulla struttura turistica del Gran Sasso.
Era il 1934 quando dopo un anno di lavori la Funivia che collega fonte Cerreto a Campo Imperatore veniva inaugurata.
Un altro “tassello” che si aggiungeva alla Piscina Comunale Olimpionica inaugurata solo un anno prima.
La guerra, come il terremoto di otto anni fa, causò la paralisi di tutte le attività produttive.
“Ci fu la ricostruzione post bellica, ma ieri proprio come oggi, le varie amministrazioni comunali non hanno avuto la capacità di salire sul treno che recava i benefici della ricostruzione. La mentalità conservatrice ha ingessato tutto, fino ai giorni nostri”.
UNA PARVENZA DI RIPRESA: Negli anni ’60 la ‘Tre giorni del Gran Sasso d’Italia” ospitò il campione nazionale Zeno Colò che sottolineò: “La discesa non ha nulla da invidiare alle Alpi”. Ma la manifestazione cadde nell’oblio e con essa la voglia di progredire. Nell’arco di un decennio le aree turistiche di Roccaraso e del Terminillo sono esplose tenendo conto delle esigenze dell’utenza.
“Per uscire da questa stasi bisognerebbe puntare sul coinvolgimento turistico di tutti i territori pedemontani e decidere sull’affidamento a strutture private.”
Il Capoluogo vi dà appuntamento con la terza puntata di Quando L’Aquila Sognava mercoledì 26 Aprile alle ore 10.30 in diretta Facebook: si parlerà della nostra autostrada.
LA PRIMA PUNTATA: Quando Adelchi Serena lottava per una grande L’Aquila