L’Abruzzo cade a pezzi tra fondi a pioggia e sit in

L’Abruzzo cade a pezzi.
La regione è terza in Italia per il rischio idrogeologico, con una pericolosità da frana molto elevata (P4 cioè il più elevato livello di pericolosità). A metterlo nero su bianco, in una ricerca del marzo scorso, il CRESA sulla base dei dati pubblicati dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) sul dissesto idrogeologico in Italia.
Tra le province, L’Aquilapresenta la situazione più problematica considerando che le aree con pericolosità molto elevata registrano i maggiori valori percentuali (7,0% del territorio, 6,2% della popolazione, 4,8% delle imprese).
La provincia dell’Aquila è stata però tagliata fuori dagli ultimi stanziamenti della Regione, destinati in buona parte proprio ad interventi legati alla mitigazione del rischio idrogeologico.
Sul finire della scorsa settimana, la Giunta regionale, in una delibera, ha destinato oltre 5 milioni dei fondi PAR FSC Abruzzo 2007-2013 a diverse aree di intervento: da attività di promozione turistica e sociale a interventi di miglioramento della residenzialità e delle sedi scolastiche, fino a fondi destinati alla viabilità regionale e alla difesa del suolo. Andando nello specifico, la provincia dell’Aquila è quella rimasta senza il becco di un quattrino: beneficiari dei fondi destinati alla riduzione del rischio idrogeologico sono solo alcuni comuni delle province di Chieti, Teramo e Pescara. Nello specifico, Manoppello (150.000€), Bolognano (100.000€), Roccamorice (200.000€), Atri (450.000€), Casalincontrada (270.000€), Bisenti (450.000€), Notaresco (450.000€), Fossacesia (1 milione) e Penne (400mila per la frazione di Collalto).
Una delibera ‘chiacchierata‘, sulla quale si era espresso in maniera piuttosto polemica anche il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, lamentando la mancata erogazione di fondi alle aree interne aquilane, “bisognose di supporto e parificazione”. A dirla tutta, anche gli altri interventi previsti nella delibera – dalla promozione turistica attraverso produzioni massmediatiche a iniziative di coesione sociali – sono tutti destinati a comuni di altre province: dalla realizzazione di uno skate park a Pescara (150.000 euro), ai 600mila euro per la realizzazione di un complesso di piscine termalia Caramanico Terme, per concludere con i 42mila euro per il docu-film sul Volto Santo di Manoppello.
E poi il Giro d’Italia che, nella sua edizione numero 100, toccherà la nostra regione con arrivo sul Blockhaus: 2milioni stanziati per interventi di manutenzione sulle strade, stime effettuate da amministrazioni locali.
Una coperta troppo corta, certo, visto che a cedere – lo abbiamo visto lo scorso inverno – sono interi costoni di colline e montagne abruzzesi, percossi da terremoti e da interventi degli uomini che invece di prevenire le tragedie, spesso le causano. A cadere sono le strade, anche nei centri storici, come accaduto a Chieti. A tremare sono le scuole, le abitazioni di edilizia residenziale pubblica, gli uffici pubblici. Queste ed altre le motivazioni che porteranno centinaia di manifestanti da tutto l’Abruzzo – comitati, associazioni e semplici cittadini – giovedì prossimo, a partire dalle 12, davanti alla sede del consiglio regionale, che torna a riunirsi dopo un mese.
Un sit in proclamato per denunciare il fatto che l’Abruzzo cade a pezzi, dalle aree interne alla costa; una regione ” terra di conquista di grandi aziende multinazionali” – vedi Snam e Terna – con vittime di mancata prevenzione, di interessi predatori, di risorse drenate verso grandi opere costose e inutili, di mancanza di lavoro.
si legge nella nota diffusa per rendere note le ragioni della manifestazione.
Nel corso del sit in verrà presentato un documento contenente alcune richieste di stanziamento immediato dei fondi per gli interventi ineludibili da attuare in via prioritaria: fra questi, l’adeguamento sismico di tutti gli edifici scolastici abruzzesi – o per la demolizione e la ricostruzione con delocalizzazione degli stessi (anche con edificazione ex novo di Poli scolastici) quando l’adeguamento sismico risulti impossibile o particolarmente oneroso – invio immediato di MUSP per quelli sprovvisti di idoneità sismica (indice di vulnerabilità sismica pari a 1) per i quali non sia possibile la delocalizzazione in strutture edificate dopo il 2008; il miglioramento sismico di tutti gli edifici ERP abruzzesi con il raggiungimento di un indicatore di rischio sismico almeno pari a 0.65 e per l’esecuzione di opere di manutenzione ordinaria e straordinaria che ripristino la salubrità e la decente fruibilità degli alloggi.