La denuncia

Ancora un NO dei comitati ai progetti Anas

“No ad inutili e dannose nuove strade nell’area a nord ovest della città dell’Aquila”, gridano i comitati contro i discussi progetti dell’Anas nella media Valle dell’Aterno.

L’Anas Spa sta progettando una serie di nuove arterie di tipo extraurbano che dovrebbero, secondo quanto dichiara la società, migliorare i collegamenti verso Rieti e verso Amatrice. Parliamo nello specifico dell’ormai celebre Variante Sud alla SS 17, dei “Lavori di collegamento tra la S.S. n. 80 in località “Coppito” con la S.S. n. 17 in località “Centi Colella” e della “Realizzazione di un nuovo svincolo con la S.S.260 e la S.S. 80 in località Cermone”.

Ieri a Palazzo Fibbioni in una conferenza stampa gli attivisti (il Consiglio territoriale di partecipazione dei territori di San Vittorino, Coppito, Pettino e Cansatessa, il circolo ricreativo culturale San Vittorino Amiterno, Archeoclub, Pronatura L’Aquila, la Stazione Ornitologica abruzzese, la sezione locale di Legambiente e la sezione aquilana di Italia Nostra) hanno argomentato in maniera molto circostanziata la loro contrarietà.

Cominciamo dal Lago di Vetoio, un’importante area umida al centro della zona urbanizzata della città: la zona è tutelata dal Piano Regionale Paesistico e dal Piano Speciale Territoriale di Colle Macchione ed è popolata – secondo diversi studi ornitologici – da 186 specie di uccelli (tra cui alcune in via di estinzione) e da una flora di notevole pregio.

I lavori di collegamento tra la S.S. n. 80 con la S.S. n. 17 taglierebbero di netto questa piccola ma preziosa oasi naturale, classificata come zona di conservazione parziale ed integrale.

Progetti Anas

Non è tutto: la strada in progetto passerebbe a una decina di metri dall’ospedale regionale, creando un notevole inquinamento acustico ed atmosferico:

“Per l’inquinamento acustico – scrivono i comitati – il sistema legislativo nazionale italiano  definisce aree particolarmente protette le porzioni di territorio ove sono presenti ospedali, cliniche, case di cura e strutture ad esse assimilabili e a tal riguardo sono previsti  per tali aree livelli massimi di immissione di rumore particolarmente severi. Livelli irraggiungibili per il traffico su strada extraurbana anche con barriere fonoassorbenti. Ed infatti il progetto non dimostra di rispettare i limiti previsti dalle norme. Lo stesso ragionamento va fatto per l’inquinamento atmosferico particolarmente dannoso per la salute. Il progetto presentato non fa riferimento nè a valutazioni quantitative dello stato attuale del grado di inquinamento, né, soprattutto, fornisce dati sulla maggior presenza di inquinanti che si verrebbe a creare a causa del traffico veicolare, in prossimità di una struttura sanitaria che andrebbe particolarmente protetta sia per i malati, sia per il numeroso personale che giornalmente vi opera”.

C’è inoltre la questione del rischio archeologico. Per aree come quella in questione, interessate in passato da ritrovamenti di epoca romana e tardo-antica, è previsto un articolato iter legislativo, che l’Anas – a detta dei comitati – sembra non interessato a rispettare: “Si rammenta che la realizzazione di un’opera in una zona a forte rischio archeologico potrebbe comportare la necessità di effettuare varianti in corso d’opera con oneri aggiuntivi per la stazione appaltante”.

Problematica che diviene lampante in un’area come quella di Amiternum, interessata dal nuovo svincolo con la s.s.260 e la S.S. 80:

“Lo hanno voluto chiamare “Parco Archeologico di Amiternum” e lo hanno dedicato  a Thomas Ashby, archeologo e fotografo che frequentò questi luoghi all’inizio del novecento, ma  più che ad un parco, piano piano l’area archeologica, soggetta a continue pressioni antropiche, assomiglia sempre più ad un recinto, circondato  da costruzioni e capannoni ed attraversato da strade già costruite  (come quella del G8 che parte dalla Scuola della Guardia di Finanza e corre parallela alla SS.80)  e da costruire, come la bretella alla SS. 80 di poco più di un chilometro che passerà immediatamente a ridosso del Teatro Romano”.

La patria dello storico romano Sallustio è classificata come area a conservazione integrale, protetta dai vincoli del piano regionale paesistico “Ambito Fiume Aterno”: ciò significa l’impossibilità, tra gli usi compatibili, di costruire strade di qualsivoglia gerarchia.

“Nonostante tutte queste regole e limiti ed in barba al divieto espresso di realizzare qualsivoglia tipo di strada nelle aree in zona A1 del PRP – denunciano gli attivisti – l’Anas ha progettato e si è vista approvare senza colpo la bretella che passa per due terzi entro la zona di conservazione integrale. Strada che interrompe sia la continuità archeologica e sia la continuità paesaggistica e raddoppia di fatto la viabilità esistente che doveva e poteva essere solo migliorata. Strade che a nulla servono se non ad occupare ed asfaltare ancora suolo”.

Sebbene i caprioli ed altri mammiferi utilizzino questa zona come corridoi per l’abbeverata – continuano – non è stato redatto alcun VIA (Valutazione Impatto Ambientale): “Gravi responsabilità nell’approvazione del progetto vanno a carico del MIBACT, competente con le Soprintendenze locali, degli aspetti paesaggistici ed archeologici”.

Progetti Anas

Negli ultimi mesi sono state numerose le prese di posizione di cittadini e comitati a fronte dei vari progetti presentati dall’Anas, considerati vere e proprie imposizioni dall’alto. E’ il caso ad esempio della controversa Variante Sud, che dovrebbe garantire un collegamento più veloce, alternativo alla s.s. 17, tra la zona est del Comune dell’Aquila (Bazzano – Onna – S. Gregorio) e la piana di S. Pio delle Camere. La società ha presentato diverse ipotesi progettuali nel corso degli anni ed ha puntualmente respinto, con il beneplacito della Regione, le proposte delle realtà locali.

Già diversi mesi fa era stata depositata dai comitati presso l’ufficio del VIA un’ipotesi alternativa, che prevedeva l’adeguamento e la messa in sicurezza dell’esistente ss.17.  Ciò che è emerso nei vari incontri e dibattiti è la volontà di una proposta alternativa, che nasca da un percorso condiviso tra cittadini e amministrazioni locali, nell’interesse del territorio e della sostenibilità. [Diego Renzi]

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