Festuccia, addio al rugby con L’Aquila nel cuore

“In Inghilterra mi sono rimesso in discussione a 33 anni, quando in tanti pensavano che fossi un giocatore finito o troppo vecchio. Purtroppo o per fortuna sono aquilano nel DNA e la nostra “ignoranza” buona è risaputa!”
Parla così, a cuore aperto, dalla sua bacheca Facebook Carlo Festuccia, colosso del rugby aquilano che ha annunciato il proprio ritiro a fine stagione in seguito ad un infortunio alla mano destra per il quale è stato operato nei giorni scorsi in Italia.
Festuccia, che compirà 37 anni il prossimo 20 giugno, ha indossato la maglia della Nazionale in 54 occasioni tra il 2003 ed il 2012 ed ha fatto parte del gruppo azzurro alle Rugby World Cup del 2003 in Australia e del 2007 in Francia.
Atleta numero 550 a vestire la maglia dell’Italia, nel corso della propria carriera il prima linea abruzzese è stato protagonista in tutti i principali campionati europei dopo aver debuttato giovanissimo in Eccellenza con L’Aquila.
Ed un ringraziamento, speciale, va al rugby aquilano.
Sono passati appena 24 anni! E avevo 16 anni quando un giorno rientrai a casa e dissi ai miei genitori: “o gioco a rugby o non farò più niente nella mia vita!” E così è stato. Grazie al CUS L’Aquila per avermi fatto scoprire ed innamorare di questo sport. Grazie a L’Aquila Rugby che mi ha formato e mi ha dato tantissimi amici che a distanza di anni sono ancora miei amici.
Il messaggio di Carlo Festuccia postato sulla sua bacheca Facebook
Un grande grazie a tutti quanti voi che mi avete dedicato un messaggio pubblico o privato.
E quel giorno che sembrava tanto lontano sta per arrivare ufficialmente anche se ufficiosamente è arrivato a causa dell’infortunio alla mano che mi terrà fuori fino a fine stagione, non il migliore dei modi per chiudere! Entrai per la prima volta su un campo da rugby grazie ad una scommessa persa con un caro amico di famiglia ex rugbista. Sono passati appena 24 anni! E avevo 16 anni quando un giorno rientrai a casa e dissi ai miei genitori: “o gioco a rugby o non farò più niente nella mia vita!” E così è stato. Sono passati davvero tanti anni ma sono fiero di quello che di buono ho fatto. Ho avuto tante soddisfazioni (forse avrei potuto aggiungerne altre in maglia azzurra, ma è andata come è andata e va bene così).
Il primo grazie sicuramente è per la mia famiglia di origine che mi ha sempre appoggiato, tifato e aiutato nei momenti di difficoltà.
Il secondo grazie è per mia moglie e mia figlia perché con loro ho vissuto anni indimenticabili in Inghilterra, dove mi sono rimesso in discussione a 33 anni quando in tanti pensavano che fossi un giocatore finito o troppo vecchio. Purtroppo o per fortuna sono aquilano nel DNA e la nostra “ignoranza” buona è risaputa!
Grazie a tutti i clubs con i quali ho avuto il piacere di giocare, ho ricordi speciali per ognuno di essi. Grazie al CUS L’Aquila per avermi fatto scoprire ed innamorare di questo sport. Grazie a L’Aquila Rugby che mi ha formato e mi ha dato tantissimi amici che a distanza di anni sono ancora miei amici. Grazie al GRAN Parma (Gruppo amatori Parma e Noceto) che ha creduto in un giovane di buone speranze. Grazie al Racing con il quale ho trascorso 4 fantastici anni a Parigi raggiungendo sempre gli obiettivi prefissati. Grazie alle Zebre per avermi fatto provare l’esperienza del Pro12. Ed infine grazie ai Wasps con i quali ho potuto ritrovare la fiducia in me stesso e dai quali ho imparato tanto su come far crescere un club e dai quali ho ricevuto anche tanto affetto.
Grazie a tutti gli allenatori che mi hanno accompagnato fin da bambino durante questo percorso. Non li ringrazio uno per uno perché sono davvero tanti ma ognuno di loro sa cosa penso perché non ho mai nascosto il mio pensiero a nessuno.
Grazie a tutti i preparatori che hanno contribuito a costruire il mio fisico e a mantenerlo intatto e uguale in tutti questi anni.
Grazie a tutti i medici ed i fisioterapisti che ho incontrato nel mio cammino che mi hanno sempre permesso di tornare a giocare il prima possibile.
Grazie a tutti i compagni di squadra con i quali ho condiviso gioie e dolori in tutti questi anni, creando rapporti di amicizia speciali.
Grazie a tutti gli amici e i tifosi che in tutti questi anni mi hanno sempre emozionato con messaggi, lettere e dimostrazioni di affetto di ogni genere.
Ed infine grazie al rugby, uno sport, una passione, un lavoro, che mi ha aiutato a crescere, a conoscere gente, a visitare città, a conoscere culture diverse, a vivere sensazioni uniche che soltanto questo sport sa darti, così io credo.
GRAZIERubo una frase di un grande del passato ma che è sempre attuale: “Il rugby permette ai bambini di diventare adulti più velocemente e agli adulti di restare bambini più a lungo” (Jean-Pierre Rives)