Scuole sicure, una lettera a Paolo Gentiloni

Non si fermano le azioni di protesta del Comitato Scuole Sicure, che questa mattina ha inviato una lettera a vari rappresentanti del Governo, il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, i Presidenti di Senato e Camera Pietro Grasso e Laura Boldrini e ad alcuni tra senatori e ministri.
Nel documento viene descritta la complessa situazione sullo stato di sicurezza degli edifici scolastici aquilani, divenuto ormai un vero e proprio caso nazionale, e si chiede a gran voce l’interessamento diretto del Consiglio dei Ministri sulla vicenda.
“A otto anni dal terremoto che ha colpito L’Aquila nell’aprile 2009 e con rinnovato senso di angoscia provocato dalla sequenza sismica in atto in aree adiacenti è emerso che gli edifici scolastici della nostra città non sono in grado di garantire un grado di sicurezza ancorchè minimo, nonostante l’esperienza già vissuta e subita dalla città e gli interventi ricevuti nel post-sisma. Durante la fase di commissariamento le scuole aquilane – con esclusione di quelle trasferite all’interno di Moduli ad Uso Scolastico Provvisori (MUSP) – sono state oggetto di opere di sola riparazione dei singoli danni e rafforzamento locale ma di nessun tipo di intervento finalizzato alla massimizzazione della sicurezza e alla mitigazione del rischio sismico”, si legge nella lettera, che denuncia la mancata applicazione di “criteri di prevenzione e sicurezza agli edifici scolastici, pur trattandosi di strutture rilevanti“.
“Ad oggi – denunciano amareggiati cittadini e genitori – non abbiamo ottenuto alcuna risposta, in compenso è aumentata la sensazione, di cui non riusciamo a farci una ragione, di contrapposizione dei nostri amministratori, anziché di piena condivisione degli obbiettivi e dell’urgenza. Sappiamo dalla stampa che lo specifico caso del Liceo Cotugno è arrivato all’attenzione del Ministro Delrio, grazie alle azioni legali intraprese da alcuni cittadini. È oltremodo avvilente l’idea di dover avviare azioni legali contro le proprie amministrazioni locali per invocare tutela e interesse pubblico. Abbiamo bisogno di scuole antisismiche, di strutture assolutamente idonee tanto alle necessità di una didattica moderna quanto di una massima garanzia di sicurezza, dato che è in un territorio ad alta sismicità che viviamo e vivono i nostri figli. Il futuro di una città a massimo rischio sismico ha bisogno di strutture adeguate alle caratteristiche del territorio, di cultura della prevenzione e di attenzione a coniugare la vita quotidiana con l’imprevedibilità di un fenomeno naturale possibile senza doversi affidare alla casualità delle ore e dei giorni di calendario scolastico. Lo chiediamo, con fermezza, ai nostri governatori locali – ne sentiamo il dovere e la legittimità – e seppur con certo imbarazzo, anche a Voi esponenti del Governo nazionale. Chiediamo che l’autorevolezza del Consiglio dei Ministri supporti le nostre necessità e urgenza, auspicando la possibilità di un confronto e un interessamento specifico diretto. Confidiamo nella Vostra attenzione, nella Vostra coerenza politica, nella Vostra disponibilità e competenza, e ringraziamo fin da ora se non vorrete lasciare senza risposta il nostro appello. In attesa dell’auspicato riscontro, porgiamo i nostri più distinti saluti”.
La lettera completa:
Egregi Presidente del Consiglio, Presidenti del Senato e della Camera, Ministri,
a otto anni dal terremoto che ha colpito L’Aquila nell’aprile 2009 e con rinnovato senso di angoscia provocato dalla sequenza sismica in atto in aree adiacenti è emerso che gli edifici scolastici della nostra 2 città non sono in grado di garantire un grado di sicurezza ancorchè minimo, nonostante l’esperienza già vissuta e subita dalla città e gli interventi ricevuti nel post-sisma. Durante la fase di commissariamento le scuole aquilane – con esclusione di quelle trasferite all’interno di Moduli ad Uso Scolastico Provvisori (MUSP) – sono state oggetto di opere di sola riparazione dei singoli danni e rafforzamento locale ma di nessun tipo di intervento finalizzato alla massimizzazione della sicurezza e alla mitigazione del rischio sismico. Nell’intento di offrire la tempestiva ripresa di una certa ordinarietà alle famiglie con figli in età scolare, l’allora struttura commissariale ha tralasciato la necessità di applicare criteri di prevenzione e sicurezza agli edifici scolastici, pur trattandosi di “strutture rilevanti”. Alle strutture scolastiche del territorio comunale, che già nell’autunno 2009 risultavano ripristinate e in funzione, non sono stati applicate le direttive e le normative emanate poco dopo, pensate e impostate proprio tenuto conto di quanto accaduto nel territorio aquilano (il riferimento è in particolare ai principi dell’OPCM 3907/2010 e al DCD 89/2011 che prevede un “Piano Scuole d’Abruzzo. Il Futuro in Sicurezza” nonché alle direttive tecniche contenute nelle relative Linee Guida). Nessun edificio scolastico resosi inagibile a seguito del terremoto del 2009 è stato a tutt’oggi ricostruito. La popolazione studentesca aquilana è oggi ospitata o all’interno di moduli provvisori che necessiterebbero anch’esse di opere di manutenzione e revisione o in edifici non adeguati sismicamente. Già subito dopo il sisma di Amatrice dell’agosto 2016 come genitori ci siamo attivati per richiedere alle scuole ed a tutti gli enti competenti la documentazione di idoneità sismica. La risposta è stata la pubblicazione di certificati di agibilità che nulla hanno a che vedere, allo stato delle attuali normative, con le appropriate valutazioni di sicurezza ed idoneità sismica. La caparbietà di alcuni genitori ha consentito di scoprire l’esistenza degli “indici di vulnerabilità”, dei loro bassissimi valori per le scuole di competenza provinciale dove le verifiche erano state effettuate nel 2013 e della loro totale assenza nelle strutture scolastiche di competenza comunale. In particolare, indagini per l’accertamento della vulnerabilità sismica – ai sensi della OPCM 3274/2003 – sono state condotte esclusivamente sugli istituti di scuola superiore presenti nel territorio comunale ed hanno messo in evidenza livelli di vulnerabilità particolarmente elevati, inaccettabili in aree a massima pericolosità sismica. Siamo perfettamente consapevoli che prevenzione e mitigazione del rischio sismico sono le uniche difese possibili dai terremoti ed è desolante constatare che, proprio dove tale consapevolezza è nata, questi principi risultino totalmente disapplicati, in particolare in riferimento alle strutture scolastiche. Le azioni e la normativa promosse negli ultimi anni dal Governo italiano dimostrano che la nostra consapevolezza è ormai diffusa e all’attenzione di tutti. Ciò nonostante siamo ancora lontani da una condizione di corretta convivenza con il terremoto, costretti ancora a verificarne le drammatiche conseguenze – la data del 24 agosto 2016 ne è stata una dolorosa testimonianza. La nostra città, ancora alle prese con la ricostruzione post 2009, si è trovata improvvisamente esposta a forte rischio proprio nelle sue strutture più rilevanti. Durante gli scorsi mesi abbiamo tentato ogni strada possibile di interlocuzione con le Istituzioni locali, attraverso lettere, articoli, comunicazioni, con grande senso di apertura e disponibilità al dialogo, al confronto e alla collaborazione, per la ricerca di una soluzione concretamente perseguibile. Ad oggi non abbiamo ottenuto alcuna risposta, in compenso è aumentata la sensazione, di cui non riusciamo a farci una ragione, di contrapposizione dei nostri amministratori, anziché di piena condivisione degli obbiettivi e dell’urgenza. Sappiamo dalla stampa che lo specifico caso del Liceo Cotugno è arrivato all’attenzione del Ministro Delrio, grazie alle azioni legali intraprese da alcuni cittadini. È oltremodo avvilente l’idea di dover avviare azioni legali contro le proprie amministrazioni locali per invocare tutela e interesse pubblico. Abbiamo bisogno di scuole antisismiche, di strutture assolutamente idonee tanto alle necessità di una didattica moderna quanto di una massima garanzia di sicurezza, dato che è in un territorio ad alta sismicità che viviamo e vivono i nostri figli. Il futuro di una città a massimo rischio sismico ha bisogno di strutture adeguate alle caratteristiche del territorio, di cultura della prevenzione e di attenzione a 3 coniugare la vita quotidiana con l’imprevedibilità di un fenomeno naturale possibile senza doversi affidare alla casualità delle ore e dei giorni di calendario scolastico. Lo chiediamo, con fermezza, ai nostri governatori locali – ne sentiamo il dovere e la legittimità – e seppur con certo imbarazzo, anche a Voi esponenti del Governo nazionale. Chiediamo che l’autorevolezza del Consiglio dei Ministri supporti le nostre necessità e urgenza, auspicando la possibilità di un confronto e un interessamento specifico diretto. Confidiamo nella Vostra attenzione, nella Vostra coerenza politica, nella Vostra disponibilità e competenza, e ringraziamo fin da ora se non vorrete lasciare senza risposta il nostro appello. In attesa dell’auspicato riscontro, porgiamo i nostri più distinti saluti. Comitato Scuole Sicure L’Aquila