Blue Whale si avvicina a L’Aquila

17 maggio 2017 | 12:00
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Blue Whale si avvicina a L’Aquila

Blue Whale, l’agghiacciante gioco del suicidio diffusosi in Russia, si avvicina anche a L’Aquila.

di Eleonora Falci

In una scuola media aquilana sono stati notati dei comportamenti anomali fra alcuni adolescenti: in particolare sono stati riscontrati alcuni atti di autolesionismo. La pratica del ferirsi, purtroppo, è uno dei campanelli d’allarme del fenomeno mondiale noto come Blue Whale.

Un fenomeno che, grazie alle nuove tecnologie, potrebbe essere più vicino ai nostri figli di quanto non si pensi: nato a quanto pare in Russia e diffuso sul social network russo VKontakte, a molti è sembrata una bufala per quanto assurdo e per il fatto che le radici di questo ‘gioco’ si perdano nei meandri del web. Ma sui social network italiani e non solo non si fa che parlare di questo, con gli hashtag correlati.

Il perfido gioco – che in Russia avrebbe causato più di 150 morti – recluta giovani ragazzi impressionabili e li sottopone ad un percorso di prove della durata di 50 giorni.
Al termine del macabro gioco fatto di 50 ‘passi’, il perverso regista chiede ai ragazzi di gettarsi dal palazzo più alto della città, terminando in un folle suicidio.

A lanciare l’allarme pochi giorni fa è stato un servizio delle Iene: già un caso si sarebbe verificato in Italia, nello scorso marzo a Livorno. Un ragazzino di 15 anni si è tolto la vita lanciandosi dal palazzo più alto della città. La testimonianza dei compagni di classe a Matteo Viviani – inviato delle Iene – è agghiacciante: il ragazzino ha seguito le regole del gioco, fino poi a lanciarsi dal palazzo più alto della città. Il caso sul suo suicidio è stato recentemente
riaperto. Due compagni di scuola del suicida hanno rivelato di essere al corrente del fatto che il 15enne aveva preso parte a quel folle gioco: non sapevano come sarebbe andato a finire.

E’ necessario quindi, per famiglie ed educatori, restare all’erta e prestare attenzione a questi campanelli d’allarme, che potrebbero essere segnali di un disagio ben più profondo.