Americo Di Benedetto, impegno e competenza

Il candidato sindaco Americo Di Benedetto ha concluso la lunga maratona della campagna elettorale, iniziata a marzo per le primarie, nel suo comitato elettorale mettendosi a disposizione della stampa.
In questi mesi ha dimostrato sul campo le sue prerogative di calma e fermezza.
«Modificare il sistema dall’interno, facendo parte dei processi» è la sintesi di quello che Americo Di Benedetto ha trasmesso.
«Impegno e competenza, lavoro e dedizione, per conoscere e risolvere i problemi».
Da esperto nei sistemi delle pubbliche amministrazioni, Americo Di Benedetto ha risposto alle domande dei colleghi giornalisti immaginando il suo ‘dopo 25 giugno’.
Il cuneo fiscale e le tasse locali sono una partita aperta. «Le politiche fiscali dirette, che rappresentano per gli amministratori la voce di bilancio delle entrate che si riverbera direttamente sulla capacità di spesa degli enti, vanno – secondo Di Benedetto – affrontate con un’attività accertativa di deterrenza, più che di aggressività. L’obiettivo è duplice, quello di fissare il punto fermo della voce di bilancio, che invece normalmente viene pompato, e, al contempo, di ampliare la platea di coloro che pagano le tasse, in modo da abbassarle per tutti. La parte pregressa del non versato andrebbe diluito in un percorso condiviso di rientro».
«Il sistema che deve essere aiutato è senza dubbio quello del commercio. Molte zone della città vanno riascoltate. La città deve riacquisire decoro – ha detto -. Dignità alla viabilità in modo strutturale. Decoro della segnaletica, delle aree verdi, anche dei necrologi, che sono attaccati un po’ ovunque senza ordine e rispetto. Creare degli spazi dedicati e circoscritti, come era prima del sisma.
Dobbiamo guardare la città come casa propria e non come la casa di nessuno.
Una parte della pressione fiscale può essere razionalizzata. Alcune aziende pagano, oltre alla TASI, anche dei servizi ai nuclei industriali per la manutenzione degli spazi comuni. Basta definire chi faccia cosa, per poter ridurre ed ottimizzare costi e servizi.
Ho l’Ambizione di credere ad una prospettiva futura attraverso le idee.
Credo che una Zona a fiscalità agevolata, nel rispetto della normativa Nazionale, si possa provare ad immaginare. Per i cittadini dell’Aquila che vivono una situazione svantaggiata, si potrebbe immaginare una riduzione della pressione fiscale per ripartire.
Ho la Consapevolezza che bisogna Fare, se vivi rincorrendo le cose che ti accadono, tiri a campare».
Molte domande dei colleghi giornalisti hanno cercato di scucire al candidato sindaco nomi e percorsi per l’individuazione della giunta futura o del capo di gabinetto. Di Benedetto ha puntato molto sulla «squadra, sulla volontà di mettere al servizio della città competenze ed esperienze diverse. Non offro a nessuno corsie preferenziali, tutti devono sentirsi garantiti. La coalizione si siederà intorno ad un tavolo, ci si confronterà e ci si alzerà dal tavolo con una idea comune che tutti, anche quelli che non erano d’accordo, dovranno difendere».
Per quanto riguarda i sostenitori della campagna elettorale, Di Benedetto ha chiarito di non aver organizzato per scelta propria grandi cene elettorali, di aver tutto rendicontato attraverso il proprio mandatario e di aver avuto sovvenzioni numerose da molti sostenitori che gli hanno riconosciuto somme di vario genere, fino ad un massimo di 3mila euro.
Per quanto riguarda il PRG, per una strana coincidenza, quando Di Benedetto divenne sindaco di Acciano, si ritrovò nella stessa identica situazione in cui si troverebbe lunedì, se fosse eletto sindaco di L’Aquila.
«Conosco bene il procedimento, che pur essendo più complesso, però farebbe lo stesso iter. Ci vorranno anni per espletare l’iter burocratico, ma avvierei immediatamente il processo» ha concluso.
Non poteva mancare la domanda del Capoluogo su Fare Centro, che, dopo tanta attesa si è rivelato un grande flop dell’amministrazione Cialente. Secondo Di Benedetto il «problema più grande è stato rappresentato proprio dagli immobili e dalla loro disponibilità limitata. E’ stato sbagliato il momento».