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Mirco lupo, la ricchezza della biodiversità

26 giugno 2017 | 18:23
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Mirco lupo, la ricchezza della biodiversità
Mirco lupo, la ricchezza della biodiversità
Mirco lupo, la ricchezza della biodiversità

Il lupo appenninico rappresenta ormai un simbolo identitario delle nostre aree protette. Nel Novecento, cacciato dai bracconieri e dai pastori che vedevano minacciate le loro greggi, rischiò di scomparire: poi, con la buona volontà di studiosi, esperti ed istituzioni, è riuscito a sopravvivere fino ad oggi.

Attraverso numerosi progetti LIFE, si è cercato negli anni di salvaguardare questa specie e allo stesso tempo di tutelare e dare sostegno agli allevatori.

Oggi il Parco Nazionale del Gran Sasso conta circa 120 esemplari di lupo, suddivisi in una quindicina di branchi.

Il 21 giugno il Capoluogo ha avuto l’occasione di partecipare alla presentazione dei risultati del progetto nella splendida realtà del Centro Ricerche Floristiche dell’Appenino, tra i boschi di Barisciano.

Sono sempre più gli incroci di lupo e cane che scorrazzano sulle montagne abruzzesi, riconoscibili da un caratteristico colore scuro. Può accadere infatti che esemplari femmina di lupo vengano fecondati da cani randagi. Mirco Lupo è un progetto sperimentale – attivo nel Parco del Gran Sasso e nel Parco dell’Appennino Tosco Emiliano – che individua gli esemplari ibridi lupo-cane, li sterilizza e li reimmette in natura, muniti di collare Gps.

MircoLupo Life

Al Centro di Ricerche Floristiche ci mostrano gli strumenti che vengono utilizzati per la cattura: foto trappole, sistemi d’allarme e trappole a laccio. Gli esperti seguono i branchi e studiano i loro spostamenti, la loro alimentazione, e le dinamiche all’interno del branco.Quando una trappola scatta, il sistema di allarme manda un messaggio a cinque operatori diversi, dopo mezz’ora sono già sul posto. Al momento della cattura l’animale viene anestetizzato.
Le foto trappole vengono posizionate in punti strategici: grazie a questo strumento gli studiosi hanno potuto ricostruire, tra immagini e videoclip, gli aspetti più interessanti della vita del lupo, dal gioco dei cuccioli ai fulminei inseguimenti tra esemplari maschi, fino all’accoppiamento.
Sono dodici le sessioni di cattura avviate dall’autunno del 2015, ciascuna della durata di otto o dieci giorni consecutivi. Fino ad ora sono stati catturati sette animali, due lupi e cinque ibridi.

MircoLupo Life

“Nei Parchi si registrano successi”, ha affermato senza mezzi termini Il Direttore del Parco Nazionale del Gran Sasso Domenico Nicoletti. Citando a titolo di esempio lo stesso Centro di Ricerche Floristiche: “Appena sono arrivato in questo centro sono rimasto sbalordito della quantità e della qualità di lavoro che si svolge. Lo abbiamo subito candidato nelle eccellenze italiane del network della biodiversità. Il Ministero dopo un mese ha accettato. Qui c’è un mondo da scoprire. La biodiversità è l’unico strumento contro i cambiamenti climatici.”

C’è davvero un mondo da scoprire nei nostri Appennini, poco conosciuto e silenzioso. Il Centro di Ricerche Floristiche  detiene il record del numero più alto di piante mai registrato in un parco europeo: 2642. Nato nel 2001 da una convenzione con l’Università di Camerino, possiede un catalogo vastissimo, arricchito dalla scoperta tutta abruzzese di nuove specie. In un lavoro condotto nel 2005 e finanziato dal governo, proprio questo centro ha scoperto che l’Italia è il Paese europeo più ricco dal punto di vista floristico. L’Abruzzo tra le regioni italiane più ricche di biodiversità: quasi quattromila specie di piante, quanto quelle presenti in tutta la Germania.
Il Centro Floristico è ospite dell’ex convento cinquecentesco di San Colombo.
L’erbario contiene 75000 campioni, inseriti in un database e geolocalizzati: le teche, disposte in un ambiente climatizzato, sprigionano un odore molto particolare, simile a camomilla. Uno studente universitario della Tuscia fa tirocinio qui.

Centro Floristico dell'Appennino

I Parchi devono educare alla bellezza”, ha affermato il direttore Nicoletti. Già, perché l’Italia, piccolo lembo di territorio nella vastità del mondo, non possiede soltanto inestimabili bellezze artistiche e architettoniche. Quello di cui parlava il Direttore è la bellezza della nostra Natura, delle nostre montagne, che i Parchi devono custodire e valorizzare come il bene più prezioso dell’avvenire. [Diego Renzi]

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