Pietrucci e la sconfitta di tutti

27 giugno 2017 | 16:36
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Pietrucci e la sconfitta di tutti

di Eleonora Falci

Parla a ruota libera ai microfoni de Il Capoluogo il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci.

Nel suo ufficio – dopo una seduta di Commissione che di fatto ha sostituito il consiglio regionale convocato per oggi e subito rimandato – fa il punto sul risultato di domenica.

A chi dice che ha vinto lui, risponde senza mezze misure: “è una cazzata”. Però sottolinea: “ha perso tutto il centrosinistra, a L’Aquila e nel resto d’Italia, perché ci si è allontanati dai veri valori della sinistra”.

L’intervista

Pietrucci, chi ha perso: la coalizione o il PD?

Abbiamo perso tutti. Ha perso la coalizione, ha perso il PD, ha perso Pietrucci, Pezzopane, Americo, Lolli. C’è evidentemente un trend nazionale, negativo, per il PD. La vittoria del Congresso di Renzi aveva dato un briciolo di entusiasmo. Purtroppo c’è un trend che viene, secondo me, dal voto della Brexit, da Trump: un voto che è contro l’establishment, contro chi governa.
Chi governa non riesce a dare risposte alla gente. La politica è lontana dai problemi e dalle necessità delle persone. Lo dico da sempre: bisogna tornare, soprattutto per un partito di massa di centrosinistra e di sinistra, a stare nei luoghi di lavoro, capire il disagio, cercare vere risposte. I Governi oggi perdono.

Andare in mezzo alla gente, ascoltare le loro richieste quasi porta a porta… un po’ come quello che ha fatto Biondi negli ultimi 15 giorni?

Probabilmente è stata una strategia vincente, quella di far sentire la vicinanza del sindaco. È stata una scelta giusta, azzeccata: ha fatto sì che lui venisse percepito come un sindaco dalle qualità molto umane, che fosse davvero vicino.
Noi – parlo di tutti, da me a Pezzopane ai candidati – ci siamo seduti sugli allori del primo turno nonostante i segnali ci fossero, visto che c’è stata una certa discrasia tra il voto al sindaco e i voti raccolti dalle liste.
Ma non è qualcosa di totalmente sconosciuto. Qui siamo di fronte a corsi e ricorsi: a Torino Fassino andò vicinissimo alla vittoria al primo turno, mentre al secondo vinse Appendino. Siamo in presenza di un trend nazionale e che viene da lontano.

Berlusconi è sceso di nuovo in campo: che ne pensa?

In Italia c’è stato un ventennio di berlusconismo e antiberlusconismo: non credo tornerà, perché poi c’è l’età anagrafica, il tempo è inesorabile… mi auguro! Si sta ricreando un collante di schema antirenziano che è molto pericoloso: per questo dovremmo interrogarci a livello nazionale se è davvero questa la strada giusta da percorrere. Renzi deve virare a sinistra, ascoltare le ragioni sociali, del Paese, le categorie, i sindacati. Escludere determinate parti sociali comporta dei rischi che si pagano anche sulla fiducia degli elettori, che poi viene a mancare.
Americo è vittima anche di questa tendenza: ma andare oggi a cercare dei capri espiatori senza assumersi le responsabilità è sbagliato. E’ l’errore più clamoroso che possa commettersi perché non ti fa capire quali sono gli errori e trovare le soluzioni.

Cosa risponde a chi dice che ha vinto Pietrucci?

È una cazzata madornale. Una follia. Pietrucci ha perso perché se avesse vinto AdB avrei vinto anche io. Invece ha perso Americo, Pietrucci, Lolli, Cialente, Pezzopane e tutto il centrosinistra e ci dobbiamo interrogare e ripartire da cosa è successo. Il peggiore errore che si possa fare è non riconoscere l’errore.

Dove sono gli errori?

Uno sicuramente riguarda le primarie. Le primarie devono essere organizzate e strutturate legislativamente per entrambe le coalizioni, per tutti gli schieramenti: e probabilmente devono essere fatte lo stesso giorno, con liste. Chi va a votare il centrosinistra non può poi andare a votare le primarie del centrodestra perché oramai hanno capito il gioco. Le persone vanno a votare scegliendosi il candidato più confacente a quelle che sono le loro aspettative: o perché si sceglie il candidato più debole, o perché si sceglie un candidato perché si vuole far perdere un altro candidato.
A L’Aquila è successo: è oggettivo che un mondo di centrodestra è andato a votare alle elezioni primarie.

Questo mondo di centrodestra è andato a votare non perché voleva scegliere il candidato più debole: ma secondo me perché pensava che Americo potesse segnare anche la discontinuità rispetto a una storia della città, che è la storia di una sinistra che comunque governa in questo territorio da dieci anni il Comune dell’Aquila ma che c’è, a livello istituzionale, al Parlamento da anni.
Pietrucci poteva rappresentare un po’ più la continuità nonostante, poi, alla fine non sia stato vero: Cialente e Pezzopane hanno appoggiato Americo alle primarie. Pietrucci era un po’ più la tradizione.

Un mondo moderato di questa città che non si sente rappresentato da tanti anni ha visto in Americo questo anelito alla discontinuità: quando questo mondo si è reso conto che, in realtà, Di Benedetto non rappresentava poi questa discontinuità rispetto alla amministrazione uscente – tant’è che Biondi durante la campagna per il ballottaggio ha insistito molto sui problemi che Cialente non ha saputo risolvere – Americo ha pagato il prezzo: quella discontinuità per gli elettori non c’era.

A L’Aquila si sa tutto: non si può pensare a strategie occulte. Sono follie e cazzate quelle che vogliono additare ad altri responsabilità: Biondi ha vinto ovunque, quindi andare ad individuare un calo di impegno su un seggio o un altro è una cosa fantascientifica. Sono chiacchiere da bar ed è anche una mancanza di rispetto verso gli elettori e verso la città.

Io dalla Regione offrirò massima collaborazione a Biondi che ha avuto un risultato storico anche a livello personale: sindaco sia in un comune piccolo che nel capoluogo, significa molto.
Biondi dovrà avere questa grande capacità, e so che lo saprà fare, di raccordo con la città territorio: andare oltre provincia, oltre regione, perché L’Aquila deve essere a capo di un network più ampio, dei problemi dell’Italia centrale. Dovremo dare segnali diversi rispetti al passato e lavorare insieme.

Cosa cambia in Regione con questo voto?

Il voto deve avere conseguenze di riflessione. Le conseguenze sono giuste, i segnali sono giusti se vengono percepiti per cambiare, per migliorare gli atteggiamenti, i comportamenti.
Un esempio: la ripartizione delle risorse su L’Aquila e sulle aree interne, che sono in perenne sofferenza. Da tempo chiedo equità e giustizia anche nella ripartizione delle risorse, proponendo istanze alle quali però non trovo riscontri: non viene ascoltato il grido di dolore di questo territorio. Basterebbe equità, giustizia, uguaglianza: seguire dei criteri precisi.

A quel punto, secondo me, il centrosinistra può ripartire recuperando quei consensi che oggi ci vengono negati.
Ci vengono negati perché il centrosinistra non fa la sinistra.