Incendi, l’Italia brucia da nord a sud

16 luglio 2017 | 10:21
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Incendi, l’Italia brucia da nord a sud

di Nando Giammarini

Tutti sanno, e gli esperti dei VVFF ce lo ricordano ogni giorno, che gli incendi nel 95% dei casi sono di origine dolosa. Alcuni posso essere dovuti a leggerezza o superficialità ma il risultato non cambia. Sebbene le leggi siano, giustamente, molto severe – poichè colui o coloro che si macchiano di un simile, infame reato, sono accusati di disastro ambientale con pene che vanno fino a 20 anni di reclusione – i piromani continuano imperterriti nella loro distruttiva opera incendiaria.

Mandare in fumo centinaia e centinaia di ettari di bosco con relativa distruzione di ogni forma di vita animale e vegetale è quanto di più assurdo e disumano possa esistere. Secondo recentissime statistiche solo in questo mese, da metà giugno a oggi, sono 26.024 gli ettari di boschi andati in fumo: parliamo del 93,8% della superficie bruciata in tutto il 2016. La Sicilia è la regione più colpita, con 13.052 ettari distrutti e roghi in quasi tutte le province, seguita dalla Calabria con 5.826 ettari, la Campania con 2.461, Lazio con 1.635, la Puglia (1.541), la Sardegna (496), l’Abruzzo (328), le Marche (264), la Toscana (200), l’Umbria (134) e la Basilicata (84).

Oltre alla variabile clima, dietro i roghi c’è soprattutto l’azione di ecomafiosi e piromani. Gente senza umanità e senza scrupoli. Costoro stanno creando una situazione apocalittica portando avanti un disegno criminoso di distruzione del Paese e della sua preziosa biodiversità. È la storia che si ripete, sempre quella. Già nell’incendio dell’Argentario nel 1981 si parlo di gatti imbevuti di benzina e dati alle fiamme. Le povere bestiole scappavano diffondendo il fuoco in più punti. Questa l’ipotesi più probabile che la Procura della Repubblica sta facendo anche nell’incendio ai piedi del Vesuvio. Un parco naturale d’incantevole bellezza azzerata dal fuoco appiccato dai piromani.

Tali gravissimi e criminali episodi maturano anche grazie alla totale assenza dello Stato e delle Istituzioni sul territorio, dove se la pianificazione di interventi di emergenza è un miraggio, lo sono anche la prevenzione e la gestione adeguata.

Ambiente e animali sono le principali vittime di una scellerata e incompetente gestione locale e nazionale che, come mai prima d’ora nella storia del nostro Paese, ha raggiunto livelli di inciviltà e di totale indifferenza. Ma l’azione delinquenziale continua imperterrita, tanto che appena ieri a Castiglion della Pescaia in provincia di Grosseto un vasto incendio ha interessato una grande area che ha rischiato di raggiugere alcune abitazioni i cui proprietari sono stati evacuati per precauzione. Sul posto hanno operato squadre dell’organizzazione regionale antincendi e dei vigili del fuoco prontamente intervenuti con 10 mezzi di terra, 4 elicotteri ed un Canadair.

Intanto prosegue, senza sosta la caccia ai piromani. Uno di loro, ma gli investigatori sono sulle tracce degli altri, è stato fermato nel Lazio, è un 32enne arrestato dai carabinieri della stazione di Genazzano. L’uomo è stato notato da un passante intento ad incendiare alcuni pezzi di carta che ha poi lanciato sulle sterpaglie a ridosso di un terreno e di un oliveto nei pressi di un complesso di case popolari. Poi è scappato salendo a bordo di autobus di linea diretto a Roma. Le fiamme, alimentate dal leggero vento, si sono propagate immediatamente interessando alberi ad alto fusto, fortunatamente sono state spente. I Carabinieri hanno intercettato l’autobus sulla Tangenziale Est e contattato telefonicamente l’autista che, simulando un’avaria, si è fermato poco dopo. Sono immediatamente intervenuti ed hanno arrestato l’uomo.

Alla luce di simili misfatti che stanno distruggendo il nostro Paese, è opinione comune, che bisogni intervenire, senza perdere ulteriore tempo prezioso, su due fronti ben delineati: preventivo e repressivo.

Sul primo necessita che le Regioni d’intesa con i VVFF adottino tutte le procedure necessarie agli AIB ( avvistamenti incendi boschivi) per intervenire tempestivamente con mezzi e uomini in grado di sconfiggerli sul nascere. La pericolosità dell’emergenza incendi che caratterizza l’estate 2017 è aggravata anche dalla soppressione del Corpo Forestale e dal mancato passaggio delle competenze ai Vigili del Fuoco, come previsto dalla Riforma Madia, a causa del conflitto di competenze con l’Arma dei Carabinieri. Si sta pagando a caro prezzo l’errore storico del governo che ha soppresso e militarizzato un Corpo competente e preparato . Per quel che concerne l’aspetto repressivo si chiede a gran voce un ulteriore inasprimento delle pene. Un altro disastro ambientale, riconducibile alla grave siccità di questi giorni, è attualmente in essere: la morte della fauna acquatica perché i fiumi ed i torrenti sono in secca totale. Uno per tutti il nostro Aterno dove in alcuni punti si notano delle pietre affiorare dall’alveo.