L’Aquila grandi speranze, l’ultimo ciak




Quattro mesi di ciak in giro per la città: dal centro storico ai banchi di scuola, ripercorrendo momenti tipici del post sisma aquilano, dalla scossa del 6 aprile alle carriole.
Le ultime quattro giornate di scene sono state girate al teatro Comunale di Atri.
Dopo l’ultimo ciak c’è stato un aperitivo offerto dalla direzione per tutti gli attori, i costumisti, gli addetti alla regia, gli sceneggiatori, i truccatori: non è mancato il ringraziamento a tutte le comparse ed i piccoli attori dell’Aquila.
Così come non sono mancati momenti di forte commozione da parte di tutti, anche di persone che fanno questo mestiere da anni: a dimostrare il grande affiatamento che si è creato in questi mesi tra attori famosi, attori principianti e chi sta dietro alla macchina da presa.
Le riprese
Il Capoluogo vi ha mostrato passo passo come si sono sviluppate le riprese nella nostra città.
Ad aprile è stato il turno della scuola media Mazzini: la troupe era in città solo da pochi giorni e i ciak fra i banchi di scuola si sono susseguiti veloci.


Le riprese della fiction di Marco Risi erano iniziate ad aprile a Roma, all’Opera Don Guanella, istituto dove lavora lo psichiatra interpretato da Giorgio Marchesi che, qualche settimana prima, aveva incontrato a Palazzo Fibbioni l’allora sindaco Massimo Cialente. La troupe si era poi trasferita a L’Aquila ai primi di aprile, col cast al completo: Giorgio Tirabassi, Donatella Finocchiaro, Valentina Lodovini, Luca Barbareschi, Francesca Inaudi, Enrico Ianniello e Carlotta Natoli.
Gran parte del cast scelto per le scene aquilane è stato composto da giovanissimi e bravissimi attori aquilani, selezionati da severi provini. I casting sono iniziati lo scorso anno e sono terminati nel dicembre 2016 per gli attori. I ragazzi aquilani sono stati invece contattati tramite le scuole di teatro e le scuole: fra loro, ci sono Greta Bontempo, Gabriele Panella, Diego Leone e Alessio Gallucci.
A maggioPiazza San Pietro è tornata a vivere, con ciak fino a notte fonda: le foto ci mostrano il Bar Rosy in Piazza San Pietro come una luce tra i palazzi in ricostruzione.

Ma il set di L’Aquila Grandi Speranze si è spostato in questi mesi in lungo e in largo, dentro e fuori, le mura della città.
Ad inizio giugno il Castello Cinquecentesco ha fatto da cornice ad alcune delle scene della fiction di Marco Risi che andrà in onda il prossimo gennaio sulla Rai. Scene inusuali dato che il monumento simbolo della città è chiuso da otto anni, salvo qualche rarissima apertura straordinaria.

Attori conosciuti al grande pubblico e i giovanissimi aquilani alla loro prima esperienza di recitazione sono stati avvistati in zona Torrione.
Tra i curiosi, anche qualche voce che lamenta un disagio evidente: “La circolazione in questa zona è stata bloccata per ore” – ci aveva raccontato una commerciante della zona. “E’ stato inutile tenere il negozio aperto, non siamo stati nemmeno avvertiti”.
A inizio luglio Palazzo Centi si è invece vestito da Palazzo della Prefettura e sono tornate anche le Carriole. Un effetto scenografico imponente, da far rimanere senza fiato se si percorreva, distrattamente, via San Michele: in lontananza si poteva scorgere in quei giorni un Palazzo Centi non proprio familiare. In Piazza Santa Giusta c’era infatti il set di una produzione cinematografica ambiziosa come L’Aquila Grandi Speranze.


Infine, pochi giorni, i ciak più duri, quelli che hanno ricostruito la notte del 6 aprile: via Roio e i vicoli adiacenti pieni di polvere, macerie, sassi. Un ritorno al 6 aprile, per ripercorrere la notte che ha cambiato la nostra città
La storia
Un centro storico chiuso e inaccessibile quello di L’Aquila due anni dopo il terremoto, ma non a un gruppo di adolescenti che si impossessa di una parte di zona rossa.
Una storia, non tanto lontana dalla realtà, specchio di una intera generazione che sta vivendo il post sisma, non avendo di fatto una città.
Gli adulti vivono ricordando, i più giovani vivono il presente, così com’è.
Il centro come unacentrale di ritrovo, tutta da vivere,ma che molti adulti vogliono dimenticare.
Storie che si intrecciano, problemi adolescenziali, familiari, il mondo della scuola. Non manca nulla nella fiction di Risi. Un post terremoto visto con gli occhi innocenti dei ragazzi, delle difficoltà di crescita, di inserimento nel nuovo contesto frammentato aquilano e soprattutto della difficoltà nell’accettazione dell’altro che si manifesta (in questo caso) in Margherita, giovane adolescente (figlia di Claudia Gerini) giunta a L’Aquila nel post sisma a seguito del papà, interpretato da Luca Barbareschi.