Muore la Valle Subequana, isolata da 70 giorni

di Eleonora Falci
La riapertura sarebbe dovuta avvenire ieri: ma i lavori di messa in sicurezza e di costruzione di una galleria paramassi, da consegnare entro il gennaio 2018 e che si protraggono ormai da 11 anni, sono complessi e hanno subito variazioni in corso d’opera. Una riapertura temporanea avrebbe comportato – stando a sentire ANAS e l’impresa aggiudicataria dell’appalto – un ulteriore ritardo per la fine dei lavori.
Spiegarlo a residenti e commercianti della zona è cosa ardua, soprattutto davanti alla stagione estiva che se ne va.
I residenti, infatti, sono sempre più provati e isolati perché, come alternativa, loro ed i turisti si ritrovano a dover percorrere una strada che nel corso degli anni ha visto sempre meno interventi di manutenzione e che può vantare record di pendenza degni delle più avvincenti tappe del Giro d’Italia. Per la cronaca, la corsa rosa qui passò nel 2005: pendenze del 18%, una sfida che vide vincitore Di Luca.

Non riaprire in agosto significa un grande danno per la vita di questi paesi che proprio nei mesi estivi si ripopolano di emigrati e persone che affluiscono per le popolari sagre: un deterrente, che rende ancora più isolato questo splendido tratto di Abruzzo, sempre più, però, abbandonato.
Non ci sono grandi supermercati, fabbriche o scuole superiori nella Valle Subequana: per i servizi ci si sposta tradizionalmente verso Sulmona e c’è chi la ‘Costa’ – la strada di montagna alternativa – la arriva a percorrere anche quattro volte al giorno.
Non c’è l’impegno delle scuole, per adesso, ma ci sono i campi estivi per i bambini, la piscina, il lavoro, la spesa e mille altri motivi per i quali si snodano lunghi serpentoni di automobili e mezzi pesanti della ricostruzione e del Cogesa verso Pratola e Sulmona.
La non riapertura ha suscitato grandi polemiche e nervosismo. Tanto più che la nuova dead line fa paura: il 31 ottobre, data che da queste parti significa già prime gelate.
L’impresa Tenaglia è stata irremovibile: riaprire per pochi giorni, ad agosto, ha un costo e una tempistica non affrontabili, che causano la perdita del lavoro fatto finora. I sindaci della Valle Subequana, che combattono anno dopo anno con quella che ormai sembra la tela di Penelope, si sono sgolati per cercare di far valere le ragioni di residenti e piccoli commercianti che non ne possono più di fare chilometri su chilometri, con la durata del viaggio aumentato di un buon quarto d’ora a tratta, per raggiungere i centri peligni più vicini.
Un braccio di ferro durato mesi, a partire dall’avvio dei lavori iniziato a maggio anziché a marzo e che ora si protrarrà fino all’autunno inoltrato.
A dare man forte ai sindaci, anche Confcommercio che in una nota denuncia come i lavori di costruzione della galleria stiano
“costringendo alla chiusura decine di piccole attività commerciali e turistiche che, aggravate dalle pesantissime difficoltà affrontate negli ultimi otto anni a causa del sisma del 2009, sono ormai sfiancate.
La dura prova degli ultimi mesi ha definitivamente deteriorato i residenti, e ancor più le piccole imprese, che a causa degli infiniti lavori, sono rimasti privati di quelle indispensabili entrate derivanti dal transito dei turisti e degli appassionati motociclisti, che da sempre apprezzano la bellezza paesaggistica della valle.
Discorso ancora più delicato è quello della situazione degli anziani, dei dializzati o dei malati, che per avere cure sanitarie da mesi sono costretti a percorsi alternativi molto più tortuosi e lunghi, come percorrenza chilometrica, a costi e a disagi.”
Confcommercio ha lanciato un appello all’Assessore alle Attività Produttive Giovanni Lolli per richiedere un ristoro economico per i danni indiretti subiti: l’Assessore Lolli si è reso disponibile e sta provvedendo anche per le aree dei crateri sismici del 2009 e del 2016/7 ad emanare un apposito Bando Regionale al fine di dare sostegno economico a chi ha concretamente subito danni indiretti dimostrabili.