Viaggio nella tessitura: la cardatrice manuale

di Fulgo Graziosi
È questo un attrezzo di estrema precisione ed ha bisogno per un corretto funzionamento di un posizionamento molto
equilibrato, altrimenti i denti posizionati sulla tavola fissa orizzontale batterebbero contro quelli della parte
oscillante e la cardatura non potrebbe essere effettuata.
Si dispone la lana lavata sulla parte orizzontale della cardatrice e, con il movimento oscillante del tutto simile a quello del pendolo della parte superiore, la lana viene ridotta in piccoli fiocchi sciolti e soffici.
Nel corso della lavorazione, inoltre, vengono a cadere tutte le eventuali sostanze solide rimaste legata alla lana. Il prodotto finito viene deposto in capienti cesti in maniera da mantenere tutta la sofficità.
Dopo di che le anziane filatrici provvedevano alla realizzazione del filo ritorto. Il personale addetto alla cardatura era dotato di molta pazienza.
Le operazioni erano sempre le stesse ed iniziavano al mattino presto, per finire all’imbrunire, con una breve pausa per il pranzo.
La cardatrice non è rinvenibile dalle nostre parti. Come abbiamo già detto, i cardatori provenivano quasi tutti da Guardiagrele. Nella foto si vede la parte oscillante di colore rosso, perché trattata con il minio per
evitare l’ossidazione, poiché l’attrezzo non è più operativo.


Nei periodi in cui si lavorava intensamente la lana, sia la parte fissa e quella oscillante erano completamente lucide, perni compresi, in quanto unti dal grasso che conteneva la stessa lana. Buon lavoro.