Gran sasso

Incendio a Fonte Vetica, 6 indagati

Un incendio scoppiato verso le 14 di ieri, migliaia di persone a Fonte Vetica per la 58′ Rassegna degli Ovini, auto e camper parcheggiati ovunque. Un barbecue sfuggito al controllo, il fumo che si alza alto: almeno mille ettari di vegetazione divorati dalle fiamme, con l’incendio che nella notte ha svalicato e si è diretto verso Rigopiano.

La situazione, a oltre 24 ore dall’inizio del rogo, viene definita critica dai Vigili del Fuoco.

Le fiamme, complici il vento ed il caldo, si sono propagate rapidamente e continuano a correre verso il monte Siella, lì da dove, nel gennaio scorso, si staccò la valanga che distrusse l’hotel Rigopiano.

Personale dei Vigili del Fuoco è stato trasbordato in elicottero per presidiare delle zone impervie.

Rabbia, incredulità, impotenza: sono solo alcuni dei sentimenti che prova chi davvero ama la montagna e vede il fuoco mangiare, velocemente, ettari di vegetazione sulla piana di Campo Imperatore, pieno Parco.

Gli interrogativi sono tanti: come è possibile che in loco non ci fossero autobotti per spegnere anche un solo accenno di incendio, viste le temperature di questi giorni? Tra le testimonianze raccolte da Il Capoluogo, ce n’è una di un ragazzo che denuncia proprio come, pur essendo presenti uomini dei Carabinieri Forestali e Protezione Civile, non ci fossero scorte d’acqua: ed è così che da un incendio di sterpaglie si è arrivato al rogo di una montagna, complice il forte vento.

6 indagati con l’accusa di incendio colposo per il rogo che da ieri sta devastando l’area che si trova nella piana di Campo Imperatore.

Sul versante Aquilano è bruciato tutto, causando un danno ambientale di proporzioni enormi. Sul versante Pescarese, in direzione Rigopiano, si lotta ancora contro le fiamme: due Canadair sono al lavoro.

Uno di questi, ieri, era stato dirottato da Aragno, dove la situazione è tornata sotto controllo. Ma resta ancora da bonificare l’area a terra, per evitare che possa riprendere tutto daccapo.

Sulla base delle indagini coordinate dal sostituto procuratore dell’Aquila Simonetta Ciccarelli e condotte dai carabinieri forestali del Parco Gran Sasso-Laga, le sei persone identificate apparterrebbero ad un gruppo più vasto, in larga parte formato da giovani, tra i quali potrebbero esserci i responsabili dell’incendio.

Le fiamme sarebbero divampate a causa di un barbecue, acceso a terra, che poi sarebbe sfuggito al controllo dei presenti. L’area dove si trova il punto di innesco è stata individuata, circoscritta e sequestrata.

Il rogo ha interessato l’intera pineta di Fonte Vetica e anche la faggeta. Ha scavalcato nella notte il versante Aquilano e ha raggiunto quello Pescarese, arrivando a Vado di Sole, a pochi passi dal luogo del disastro dell’Hotel Rigopiano.

Sul posto moltissime squadre: dai Vigili del Fuoco aquilani a quelli pescaresi e di Montesilvano, con i Carabinieri Forestali, la Protezione Civile e centinaia di volontari.

La Rassegna Ovini: successo?

Certo è che fa riflettere, a fine giornata e senza un minimo accenno al disastro, il comunicato della Camera di Commercio Aquilana sul successo della Rassegna degli Ovini: successo di pubblico, certo, con 30mila persone arrivate sulla Piana. Ma nemmeno un riferimento all’incendio che proprio da quel posto è partito e che ha distrutto parte del ‘piccolo Tibet’ aquilano. Anacronistico, senza dubbio.

Perché pare non essere possibile sul Gran Sasso fare turismo, che sia responsabile e rispettoso? 

Augusto De Sanctis (WWF Abruzzo) dopo la vicenda dei motociclisti a Fonte Vetica di pochi giorni fa, rincara la dose.

Un Parco nazionale, un luogo meraviglioso come Campo Imperatore, ridotto così da gente che non è stata capace in due decenni di regolamentare in maniera dignitosa l’afflusso che è diventato assalto. Qualche giorno fa avevamo presentato un durissimo esposto anche rispetto ai parcheggi sui pascoli. L’avevamo mandato anche ai Vigili del Fuoco. Chiedevamo anche provvedimenti nei confronti di chi aveva (non)gestito la situazione. Poi ci dicono che non facciamo prevenzione… La realtà è che non ascoltano chi ha pure gestito aree protette organizzando e realizzando con piccoli comuni aree visita decenti e controllate, aree camper costruite recuperando zone degradate e non nel pieno di aree delicatissime come le praterie di Campo Imperatore, su cui abbiamo speso 1,6 milioni di euro in un progetto europeo Life. Sono incapaci, passino la mano. Il turismo non si fa così, permettendo il delirio. È l’esatto opposto. Il nostro pensiero e la nostra sconfinata ammirazione va a chi rischia la pelle per rimediare ad errori di altri. Ci impegneremo per far sollevare gli inetti dagli incarichi.

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