Campotosto, c’è luce oltre le macerie

Dalle pagine de Il Capoluogo vi raccontiamo spesso cosa sta succedendo in questi mesi nell’Alta Valle dell’Aterno: spesso, come prevedibile, parliamo di ritardi, mancata ricostruzione o mancate iniziative a sostegno della popolazione.
Eppure non è tutto buio fra le macerie di Campotosto.
I raggi di luce questa volta ce li siamo fatti raccontare da Maria Chiara Zilli, giornalista campotostara, che con l’amore per il suo paese e al tempo stesso l’occhio obiettivo, segue i segni di rinascita che illuminano le macerie di Campotosto

di Maria Chiara Zilli
Sono ormai trascorsi quasi 7 mesi dal terremoto che ha messo in ginocchio Campotosto, ultimo paese martoriato da uno sciame sismico che, iniziando da Amatrice, ha preso a morsi quattro regioni dell’Italia centrale.
Il paese sta vivendo una situazione drammatica, delineata da cumuli di macerie accatastati ovunque, abitazioni inagibili, tanti edifici pubblici pieni di crepe e attività commerciali sfrattate dai propri locali dalla furia della terra.
Tra mille ombre, però, fanno capolino dei confortanti raggi di luce, che non meritano di disperdersi nel freddo buio della devastazione.
Il primo cono di positività è offerto dal lago, che, dopo uno svuotamento che lo aveva ridotto a poco più di uno stagno paludoso, ha finalmente recuperato la sua bellezza (e la sua funzione) tornando gonfio d’acqua e azzurro cielo.

La seconda gemma tra la polvere è rappresentata dalla nuova “Casa della Comunità di Campotosto“, struttura donata al Comune dall’Associazione Nazionale Alpini al fine di restituire al paese un punto di aggregazione sicuro e adatto ad ospitare servizi. I lavori di realizzazione sono ufficialmente iniziati il 3 agosto, al momento è in corso la fase degli scavi.

Una sferzata di speranza arriva anche dall’allestimento, nella piazzetta del paese, dei containerper la ricollocazione provvisoria delle attività commerciali. Tutto è perfettibile, ma avere tra le mani un punto da cui ripartire non può che essere una gioia.
Un raggio di luce velato da qualche nuvola arriva, infine, dal turismo. Le presenze turistiche nel paese, anche a causa della perdita delle seconde case, necessitano un incremento urgente, ma, intorno al meraviglioso lago di Campotosto, è pieno di camper e tende. I vacanzieri del lago non hanno abbandonato il paese e il turismo, seppure con tanti limiti, non è finito completamente nel baratro.
Tutti questi aspetti – uniti alla forza d’animo della popolazione residente rimasta strenuamente attaccata al territorio nonostante i disagi e le difficoltà – dimostrano che Campotosto, pur essendo gravemente ferito, non è un moribondo a cui staccare la spina, ma un paziente critico che ce la sta mettendo tutta per rimettersi in piedi. Cerchiamo di assicurargli tutti i farmaci “salva-vita” di cui ha bisogno. Se li merita.