Quel gran caos del Cotugno

di Fulgenzio Ciccozzi
Quella del Liceo Cotugno è una storia tutta Italiana. Una tipica follia del nostro bel Paese.
Sarebbe una sceneggiata degna di un film di Totò, se non fosse altro che il punto della discussione ruota attorno alla sicurezza e al futuro dei nostri figli, oltre che alla tranquillità dei loro genitori, del corpo docente e del personale.
Sono passati otto anni e mezzo dal terremoto e, qui a L’Aquila, ancora parliamo di sicurezza delle scuole. La priorità delle priorità.
Cosa è stato fatto, e cosa si intende fare subito e non tra qualche anno per porvi rimedio? Vogliamo che i ragazzi rimangano a studiare in città o li spostiamo altrove? Ma altrove dove, però? Vista l’aria che tira, e potendolo fare, la risposta più ovvia sarebbe quella di cambiare luogo (e non indirizzo scolastico, beninteso) definitivamente, perché in questo modo non è più possibile andare avanti.
Sono passati mesi (gennaio 2017) dal giorno in cui iniziarono le proteste inerenti alla sicurezza del liceo di Pettino e nonostante le incertezze maturate non è stato studiato un piano B.

In Italia siamo abituati a trovare soluzioni (si fa per dire) all’ultimo momento! Dagli organi di stampa si viene a sapere che gli studenti liceali dovrebbero essere spostati provvisoriamentein altre scuole ubicate a Colle Sapone(anche se le rispettive segreterie, sabato scorso, ancora non erano informate in merito alla futura dislocazione degli scolari), in attesa, pare, che venga resa disponibile la sede della ex Optimes, per la quale, si presuppone, la provincia dovrà pagare un canone di locazione. Soluzione questa che, stando così le cose, avrebbe potuto essere presa già l’inverno scorso quanto tale proposta venne avanzata e spiegata in un’assemblea tenutasi nella tendamica di Bazzano (almeno si sarebbero evitati ripetuti traslochi).
Nelle verifiche effettuate nel 2013 è emerso che la struttura di via Leonardo da Vinci oltre ad avere un indice di vulnerabilità insufficiente (0,26), per quando concerne azioni dovute a eventi naturali, non soddisfa i requisiti di legge per la resistenza ai carichi gravitazionali (sia quelli permanenti che quelli accidentali). Finora, i controlli effettuati (con soldi dei contribuenti, ovviamente), non hanno affatto chiarito la reale situazione in cui versa questo edificio tanto che il Tar, con provvedimento numero 201700192 del 19 luglio 2017, ha imposto di fatto la chiusura della scuola con il fine di accertare la conformità o la non conformità del plesso scolastico alle norme tecniche di cui al D.M. del 14.01.08.
Arrivati a questo punto, non essendo chiaro il quadro della situazione, e stante le gravissime incertezze maturate nel contesto, si auspica che la Magistratura possa far luce sulle vicende che stanno coinvolgendo questo istituto.
Nel frattempo, in attesa che gli ingegneri preposti a ulteriori verifiche si esprimano (con dati certi ed inconfutabili), si è costretti a subire le iniziative e le decisioni altrui.
Dunque, nulla è cambiato per il Cotugno i cui studenti saranno trasferiti da una scuola a un’altra con un indice di vulnerabilità addirittura peggiore (0,13).
Non dimentichiamo, inoltre, che alla non certo eccelsa sicurezza dell’edificio o degli edifici ospitanti si aggiungerà il problema del sovraffollamento degli studenti e del personale, i cui riflessi si riverseranno sulla viabilità del perimetro urbano circostante e nel caos che si creerebbe nell’eventualità di una possibile e non auspicabile evacuazione dei plessi scolastici del comprensorio.
Del resto, la vicenda del Cotugno potrebbe estendersi anche ad altri istituti, e, qualora ci siano i presupposti di legge, non è da escludere la possibilità di dare il via a nuovi ricorsi. Laddove i reclami venissero accolti, l’unica cosa da chiedersi è la seguente: dove portare i figli a scuola?
Dopo aver perso centinaia d’iscrizioni dal 2009 resta sempre più difficile tenere insieme la comunità aquilana che continua a sparpagliarsi in altre città limitrofe alimentando, così, il processo di dispersione della gioventù e lo spopolamento del capoluogo abruzzese.
La lezione del 2009 e le scosse del 2016-17 sono servite a porre una forte attenzione sulla sicurezza degli edifici in generale e in quelli strategici in particolare, e non potrebbe essere altrimenti, l’importante è però tenere i piedi ben saldi per terra senza farsi prendere la mano a intraprendere un’improponibile caccia alle streghe!