Ricostruzione

Palazzo Pascali torna a splendere

Martedi 5 settembre è stato presentato alla stampa il giardino archeologico di Palazzo Pascali, un museo a cielo aperto in cui l’antica struttura cinquecentesca del palazzo è stata virtualmente ricostruita con un intreccio di materia e luce. Il sito sarà ufficialmente inaugurato giovedi prossimo ed i visitatori potranno non solo ammirare l’antica facciata e le evidenze archeologiche venute fuori durante gli scavi ma anche capire quale potesse essere l’aspetto originario del palazzo, in particolare quello degli ambienti interni.

Quattro finestre si aprono sul pavimento del cortile permettendo di osservare rispettivamente una porzione dell’antica pavimentazione, due condotte idriche e le volte a botte di due cisterne per la raccolta dell’acqua. Il pavimento è stato lastricato con materiali diversi, disposti in maniera tale da lasciar intendere l’antica suddivisione degli spazi e la costituzione delle volte. Gli ormai scomparsi tracciati murari sono indicati dalle porzioni di pavimento realizzate con i sassi mentre la zona lastricata in pietra corrisponde alla porzione che nel Cinquecento si trovava a cielo aperto. All’interno delle zone del pavimento corrispondenti alle stanze sono state tracciate delle linee, anch’esse realizzate con materiali lapidei, che lasciano intendere quale ambiente fosse coperto da una volta a botte e quali da una volta a crociera. I basamenti delle colonne sono invece evidenziati da cerchi illuminati a led. La luce è infatti essenziale per comprendere come fosse l’aspetto interno del palazzo nel 1500 dal momento che luci al led incorniciano anche le evidenze archeologiche esposte al di sotto del pavimento nonché  i profili delle volte riprodotti lì dove i soffitti andavano ad incontrare il muro esterno. Tre pannelli esplicativi illustrano le varie fasi che hanno portato alla definizione del progetto, la ricostruzione della corte interna è stata infatti possibile grazie allo studio degli elementi architettonici ritrovati durante gli scavi unitamente ad un’attenta comparazione con cortili e chiostri di altri palazzi aquilani, in particolare con quello di Palazzo Bonanni. Ciò ha consentito anche una ricostruzione in 3D della struttura che è stata riportata al di sopra dei tre pannelli con immagini raffiguranti scene di vita quotidiana nel Sedicesimo secolo. L’unico tocco di modernità nel piccolo museo all’aperto è dato da tre sagome di forma umana poste a simboleggiare tre silenziosi guardiani del tesoro ritrovato.

Giovedì, in occasione dell’inaugurazione ufficiale, saranno esposti i manufatti che sono stati trovati in gran numero durante gli scavi e che testimoniano come il sito sia stato abitato ininterrottamente, dagli inizi della storia aquilana ad oggi. Tra gli oggetti rinvenuti si annovera infatti una moneta in bronzo del tredicesimo secolo e svariati reperti ceramici risalenti al 1800, quando nel palazzo aveva la propria bottega il vasaio francesco Setta.

Ad illustrare le modalità con cui sono stati portati avanti gli interventi e con quali chiavi di lettura siano stati interpretati i ritrovamenti architettonici sono stati la soprintendente M. A, Vittorini, i progettisti Giuseppe Cimmino e Fernando  Paris e la squadra di archeologi che ha curato gli scavi. Presente anche l’assessore alla cultura Sabrina Di Cosimo che ha espresso parole di grande apprezzamento: «Forse è davvero giunto il momento che gli aquilani si riapproprino della loro storia e di tutte le meraviglia che, giorno dopo giorno, la nostra città ci svela». Soddisfatta anche la dottoressa Vittorini: «Questa città si sta rivelando una vera macchina del tempo, emergono continuamente reperti di tutte le epoche e sta a noi gestire la ricostruzione in maniera tale che possa tornare a vivere non solo la città moderna ma anche quella antica tramite interventi di archeologia urbana come quello che è stato portato avanti nel caso di palazzo Pascali».  I lavori eseguiti nel cortile di Palazzo Pascali sono, nel panorama della ricostruzione aquilana, un esempio di come la collaborazione tra progettisti, Soprintendenza, Comune e proprietari lungimiranti possa portare a risultati in grado di riqualificare il tessuto urbano.

Palazzo Pascali
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