Cialente si candida a segretario comunale del PD

15 settembre 2017 | 10:24
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Cialente si candida a segretario comunale del PD

Non usa mezzi termini Massimo Cialente quando parla di un “PD aquilano frammentato e della mancanza di un’idea programmatica condivisa forte”. Parole che pesano come un macigno sulla sconfitta di Americo Di Benedetto, che anche ieri al Capoluogoaveva parlato di una “coalizione composita”, nell’intento di spegnere, con il suo solito stile pacato, le polemiche di questi ultimi giorni.

Nella sua lunga lettera Massimo Cialente riconosce che il Partito Democratico temesse la figura di Americo di Benedetto e la sua forte riuscita alle elezioni.

Cialente torna a riflettere sulle elezioni comunali, una “disfatta ingiustificabile”, evidenziando debolezze e miserie del suo partito con durezza ed affetto, da padre amorevole.

Cialente annuncia che la sua candidatura avrà una scadenza di 18 mesi: “mi metto a disposizione”, ripete.

Cialente lancia le sue proposte: dalla riapertura dei circoli PD nei Consigli Territoriali di Partecipazione al rilancio del “progetto L’Aquila”, “questa volta chiamando tutti coloro che sanno, che fanno, che vogliono fare, con tutti coloro che vorranno aderire: un progetto comprensoriale, che divenga nei fatti una rilettura del piano strategico 2020 dell’Aquila e del suo comprensorio”.

Poi di nuovo l’affondo sulle comunali contro la stessa dirigenza del PD: “Nel secondo turno, molti nostri dirigenti si sono preoccupati chi di rivendicare il risultato ad una propria corrente, chi di spartirsi da subito ruoli e responsabilità, chi chiedeva già di preparare la giunta”.

Cialente conferma le voci che si rincorrevano in quei caldi giorni estivi, che parlavano di una certa preoccupazione nella dirigenza PD verso la figura di Americo Di Benedetto: ” In molti, questo va detto, erano preoccupati che il ballottaggio vedesse uscire il candidato del centrosinistra “troppo forte “.

Pubblichiamo la “lettera-programma” integrale di Massimo Cialente :

“A tutti gli iscritti del Partito Democratico dell’Aquila
Carissime, carissimi,
mi candido a segreterio comunale del PD dell’Aquila, che verrà eletto nel prossimo congresso autunnale.
Lo faccio così, direttamente, con una lettera-programma, senza averne parlato con nessuno per ricercare i soliti accordi ed incastri, rivolgendomi direttamente a Voi, ai circa 300 amici e compagni iscritti nel comune.
PERCHE’ QUESTA MIA CANDIDATURA?
1) Le elezioni comunali dell’Aquila rappresentano una disfatta INGIUSTIFICABILE, comunque, ma soprattutto se non si riconosceranno, seriamente, una serie di errori, frutto di incapacità, sottovalutazioni, immodestia, scarsissimo impegno, personalismi, tatticismi, scarsa lealtà.
La sconfitta è ingiustificabile, perchè i rischi erano noti, erano stati segnalati, ma nessuno ha voluto dare ascolto.
Le conseguenze sono oggi drammatiche, sia nella comunità aquilana e provinciale che nel partito e nello stesso centrosinistra, che già si muove in consiglio comunale in modo disordinato, con diverse “anime”, frutto della mancanza di un’idea programmatica condivisa forte, realmente alternativa nei contenuti alla maggioranza di governo.
Nel partito il clima è da un lato pervaso , tra gli iscritti, da un profondo senso di mortificazione, rabbia, scoramento, dall’altro, soprattutto nel gruppo dirigente, è in parte avvelenato.
Negarlo sarebbe sbagliato e fuorviante, non sincero ed onesto. Dopo spaccature sciocche e strumentalmente create tra generazioni di militanti, oggi vi sono i rancori e dissapori post elettorali, le delusioni, le incomprensioni.
Questo clima è accentuato dal fatto che il gruppo dirigente comunale, in seguito a questa disfatta, per ora senza appello, ha visto ridursi il proprio peso e prestigio, non solo tra gli iscritti.
Tutto ciò è drammatico, se pensiamo che tra appena 6 o 7 mesi saremo impegnati nella campagna elettorale per le politiche, e l’anno successivo chiamati all’appuntamento fondamentale per i destini della nostra gente: le elezioni regionali.
Occorre cambiare quindi metodo nella scelta del gruppo dirigente e serve un nuovo programma di rilancio sia organizzativo che dell’azione politica.
Il primo cambio di metodo sta nel fatto che chi intende candidarsi, lo faccia senza calcoli di tessere, ma presentando, spontaneamente ed in modo trasparente, la sua candidatura, senza caminetti o accordi vari, senza cordate. Alla luce del sole, su di un progetto politico ed organizzativo.
MA SOPRATTUTTO AL DI FUORI DI QUALSIASI LOGICA CORRENTIZIA: RENZIANI, ORLANDIANI, CUPERLIANI, FRANCESCHINIANI E COSI’ VIA.
SIAMO SOLO ISCRITTI DEL PD AQUILANO, CON UN SOLO OBIETTIVO: RIFARE FORTE IL PD, RINNOVARE L’ALLENZA DI CENTROSINISTRA SU UN RINNOVATO E FORTE PROGETTO POLITICO!!!!
La mia proposta è quindi:
1) Aspetti organizzativi
-elezione del segretario su autocandidature, con voto di tutti gli iscritti. Io mi candido, per soli , massimo, 18 mesi, come traghettatore, con il compito di passare poi il testimone ad un rinforzato gruppo dirigente per uscire da questa fase complessa, senza alcuna cordata o assetti precostituiti in riunioni ristrette o CAMPAGNE DI TESSERAMENTO NON TRASPARENTI. Tutto alla luce del sole. Solo attraverso un dibattito franco, leale, esaustivo, sincero.
– dopo il congresso riorganizzazione e riapertura dei circoli, almeno un circolo per ciascuna area corrispondente ai territori dei Consigli Territoriali di Partecipazione.
-rilancio, dopo il congresso, del tesseramento vero, soprattutto con il recupero dei vecchi iscritti: è inaccettabile che in una città di 70.000 abitanti, città universitaria, vi siano solo 300 iscritti. Non vi è stata alcuna “manutenzione e cura” del partito inteso come organizzazione politica essenziale in una democrazia, anche ai sensi della nostra costituzione.
– costituzione di coordinamenti tematici, corrispondenti ad aree funzionali amministrative, con identificazione di figure di responsabili effettive, efficaci, su questioni essenziali della politica territoriale, in parte coincidenti con gli assessorati del comune. E’ inaccetabile ad esempio che il partito non abbia discusso con attivi degli iscritti il programma di mandato presentato dalla destra esprimendo al gruppo consiliare le proprie idee e valutazioni.
2) I temi politici.
Dicevo che la sconfitta è ingiustificabile, per come è maturata.
Al primo turno la coalizione ha sfiorato la maggioranza assoluta. Non mi si dica che è stato l’effetto dei candidati. In quell’occasione vi è stata una precisa scelta politica dell’elettorato. Nel secondo turno, molti nostri dirigenti si sono preoccupati chi di rivendicare il risultato ad una propria corrente (???), chi di spartirsi da subito ruoli e responsabilità, che chiedeva già di preparare la giunta. In molti poi, questo va detto, erano preoccupati che il ballottaggio vedesse uscire il candidato del centrosinistra “troppo forte”. Tutto ciò si è tradotto in scarsissimo impegno, quasi supponenza, assenza di solidarietà di obiettivo. Vi è stata inoltre una sorta di vergogna e di censura rispetto all’ amministrazione uscente, esponendo così l’intera esperienza, e la stessa coalizione a facili attacchi ai quali non abbiamo voluto, ripeto voluto, rispondere. Un suicidio da assoluta incapacità a gestire un risultato acquisito, ed una timidezza imbarazzante nei confronti di un avversario aggressivo, a volte anche volgare nei suoi toni polemici.
Si impara dagli errori, sempre. Anche da quelli quasi fatali.
Ripartire non è facile, sia per lo stato d’animo di vero e proprio scoramento attonito che ci attanaglia e circonda, sia per il clima avvelenato che cova sotto la brace.
Io , come già feci 15 anni fa in un momento difficile, mi metto a disposizione.
Occorre finalmente riorganizzare il partito come struttura, e poi ri-orientarlo a fare politica.
Per far questo facciamo quelo che non siamo riusciti a fare completamente ed in modo organico in questi anni: si scriva finalmente il “progetto L’aquila”, questa volta chiamando tutti coloro che sanno, che fanno, che vogliono fare, con tutti coloro che vorranno aderire: un progetto comprensoriale, che divenga nei fatti una rilettura del piano strategico 2020 dell’Aquila e del suo comprensorio.
Solo così potremo tornare ad interloquire con pezzi della società che ci hanno abbandonato, soprattutto perchè delusi profondamente avendo riscontrato la nostra inspiegabile ed ingiustificabile incapacità. Incapaci in modo drammatico, afasici nel momento più importante della vita democratica della città. Sono proprio costoro i più delusi!
Va invece ripreso il grande disegno, il progetto di portare questo territorio e la nostra città, tra i primi 70-100 in Europa per qualità complessiva in tutti i campi, dall’ambiente alla qualità urbana, dai servizi alla sanità, dalla cultura all’attrazione turistica, all’attività industriale.
Con un investimento di 7 Miliardi, complessivi, con il 4% per il rilancio economico e produttivo non si può non raggiungere questo obiettivo.
La politica è avere il progetto strategico, per poi costruire, giorno per giorno, con singoli atti, più o meno complessi ed elaborati, il percorso per realizzalo.
Se non si ha chiaro il progetto , come si compiono e scelgono gli atti? come si selezionano? Come si conduce una battaglia di opposizione? Come si coagula una coalizione?
E’ la realizzazione del PUZZLE: devi averne il disegno, devi inserire le singole tessere.
Quindi solo sulla base della nostra proposta progettuale, si potrà andare con chiarezza a riproporre un fronte comune con tutte le altre forze di centrosinistra. Le ultime elezioni sono state anche gravate dalla “leggerezza” del progetto, fatto di luoghi comuni, non scelte chiare e digerite.
Troppe cose non dette e non articolate.
Molto riposava sul lavoro dell’amministrazione uscente, che però non doveva comparire.
I temi sono tanti, su tutti abbiamo le idee chiare, proposte, soluzioni. Dobbiamo rimetterle in campo, in molti, dando forza ai nostri eletti nelle diverse istituzioni.
I temi, le idee che non possono appartenere a pochi, non essere condivise, Troppo rari sono stati i momenti di confronto, perchè radi sono ormai i luoghi. Molti nostri rappresentanti si muovono come volenterose monadi.
Un tema è quello del rapporto con il nostro vecchio elettorato di riferimento. Oscilliamo tra la piu bassa demagogia e populismo di alcuni, alle solite parole d’ordine, che non riusciamo a spiegare. Scambiamo l’ascolto o per acritico assecondamento delle posizioni, anche quelle sbagliate (vedi vicenda Cotugno o Bollette) o riproponendo, con superbia a volte, posizioni ideologiche non attualizzate o almeno spiegate chiaramente ed in modo convincente (vedi problema sicurezza ed immigrazione).
Serve politica e serve lo strumento: un partito presente ,con le sue donne, i suoi uomini, i suoi giovani, dentro la società.
E’ vero: propongo un ritorno al passato. L’alternativa è la sola presenza, per di più individuale, solo sui social, la stampa, i siti??? Quali sono i luoghi della politica? Si può partecipare non come singoli, ma anche come parti di una organizzazione, di un partito? Io sono per questa ipotesi, per questa scelta. Ne avverto il bisogno fisico. Ecco perchè ritengo che il primo atto politico sarà quello di chiedere a tutti di candidarsi ai CTP, sulla base di proggetti specifici. Tutti devono tornare in campo. L’intervallo è finito. Comincia il secondo tempo. Si rientra in campo, e con idee chiare!!!
Mi candido dunque a segretario comunale per massimo 18 mesi. Con un compito a termine, chiaro.
Chi vuole, chi crede a questa mia proposta, mi voti.
Non metto in discussione ed al voto la mia persona, ma il mio progetto, la mia proposta politica.
Io, come sempre, sono a disposizione.
La sconfittà è stata ed è drammatica. Lo scrivo e dico perchè penso che i nuovi amministratori, la nuova classe dirigente della città, non siano all’altezza. Perchè sento che stanno riportando indietro la nostra comunità, la stanno snaturando rispetto a nuove consapevolezze, entusiasmi e progetti che in essa andavano maturando. Perchè abbiamo perso la Provincia, che presiede a scelte importanti, la guida di società pubbliche di servizi pubblici essenziali, decisivi per la vita quotidiana di tutti noi.
Perchè abbiamo ucciso la speranza fra la nostra gente.
Io posso solo provare a rimboccarmi le maniche. Se qualcuno dei compagni ed amici ha ancora fiducia nella possibilità di ripartire subito, con rinnovato entusiasmo, , mi voti”.