PRIGIONIERO DEL BLU |
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Giovanni Capanna, da Arischia all’inferno di Cefalonia

16 settembre 2017 | 09:38
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Giovanni Capanna, da Arischia all’inferno di Cefalonia

Prigioniero Del Blu è il libro di Francesco Fagnani, appassionato di storiografia, che ha raccolto le memorie dell’aquilano Giovanni Capanna, un reduce dell’eccidio di Cefalonia che l’autore ha avuto modo di incontrare nel 2004, mentre conduceva degli studi sulla strage.

Da Capanna, scomparso nel 2016, Fagnano ha appreso cosa abbia significato per un ragazzo poco più che adolescente ritrovarsi a combattere una guerra senza comprenderne le motivazioni, al fianco di un alleato tracotante, per poi ritrovarsi immerso nell’incertezza quando, dopo l’ 8 settembre, le forze armate furono abbandonate a sé stesse.repertorio
Nel libro sono riportati lo spaesamento, il timore e la paura di un giovane soldato che vide i propri compagni trucidati per aver tenuto fede al giuramento di lealtà all’Italia. Anch’egli si mantenne fedele allo Stato, uno Stato che, nei fatti, aveva cessato di esistere. Tuttavia Giovanni fu tenuto in vita dai tedeschi per la sua capacità di guidare i camion, di cui avevano bisogno, così una semplice patente gli fece da salvacondotto per la sua sopravvivenza.

La vedova di Capanna, Maria, presente alla presentazione del libro insieme al figlio Enrico, ricorda bene il prezzo pagato dal marito per la propria sopravvivenza: “Mio marito fu risparmiato perché i tedeschi avevano bisogno di qualcuno che sapesse guidare i camion, ciò gli permise di vivere ma fu costretto a trasportare i propri stessi compagni verso la morte. E questo ricordo lo lacerava ancora a distanza di decenni.” La drammatica vicenda del soldato Capanna ebbe lieto fine grazie ad una famiglia greca: “Quando finalmente Giovanni riuscì a fuggire”, ha continuato a raccontare la signora Capanna, ” trovò asilo presso una famiglia greca che lo nascose in una stalla, sotto una mangiatoia. Si trattava della famiglia Kalafatis che, dopo la guerra, abbiamo avuto modo di ringraziare e con cui siamo ancora in contatto.”repertorio
L’evento è stato possibile grazie all’impegno dell’associazione culturale De Historia intenta a diffondere la conoscenza degli eventi storici partendo dalle singole vicende umane. La vicenda di Giovanni Capanna, raccontata in prima persona da Francesco Fagnani, costituisce un perenne monito di quanto la guerra sia un’ insensata follia.