Congresso Pd, quale testa cadrà?

17 settembre 2017 | 21:35
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Congresso Pd, quale testa cadrà?

di Roberta Galeotti

Prima il congresso provinciale incoronerà il nuovo segretario e poi sarà scelto quello cittadino. A L’Aquila gli iscritti sono circa 350, 3000 a livello provinciale.

Entro fine mese, primi giorni di ottobre si potranno conoscere i candidati alla carica di segretario provinciale, entro metà ottobre quelli a segretario cittadino.

Le anime, così amano essere chiamarsi i rivali fratricidi dem, che si scontreranno sotto le mentite spoglie delle correnti renziane o delle mozioni orlandiane, vedranno contrapposti a livello dinosauri della politica come il renziano Peppe Di Pangrazio, l’orlandiano Michele Fina, la renziana Senatrice Pezzopane o l’emergente area di Gerosolimo, osservatore interessato da Sulmona e Prezza.

SEGRETERIA PROVINCIALE

Come il coniglio dal cilindro è saltata fuori dai corridoi della politica locale la possibile candidatura dell’orlandiano Stefano Albano a segretario provinciale, al fianco del renziano Fabrizio D’Alessandro, sponsorizzato dalla Pezzopane. Attendiamo le indiscrezioni per le altre candidature, mentre cerchiamo di capire chi e quando chiederà conto al Pd aquilano del disastro delle ultime elezioni comunali.

In congresso cittadino dovrebbe essere il momento in cui si guardano in faccia i responsabili della sconfitta e in cui cade qualche testa. La disfatta del Pd aquilano non è rappresentata dalla vittoria di Pierluigi Biondi, quanto dal disegno perverso di una politica acceccata dal potere che ha preferito consegnare la città alla destra, piuttosto che far crescere dentro il partito un antagonista importante ed incontrollabile, quale sarebbe stato Americo Di Benedetto. La città non è stata consegnata ad una destra emergente, che poteva rappresentare un cambiamento, quanto ad una destra di sistemaperfettamente allineata con i poteri cittadini. Da sempre la sinistra aquilana si sceglie i propri avversari e chi non è allineato, amico o nemico che sia, viene asfaltato.

SEGRETERIA COMUNALE

Mentre ci si affanna a commentare la Boutade in solitaria dell’ex sindaco Massimo Cialente candidatosi alla segreteria comunale con una lunga lettera ai suoi concittadini Dem, spiazzando (?) i suoi colleghi; mentre si valuta la disponibilità a candidarsi dell’ex assessore, nonchè primo dei non eletti Maurizio Capri, non abbiamo visto teste cadere o, peggio, persone dimettersi per la disfatta del Partito Democratico all’Aquila. Nessun’ammissione di colpa. Silenzio totale.

Solo Di Benedetto si è soffermato in una congrua analisi politica, ricercando nel proprio operato gli errori da imputare a se stesso. Da altre parti si è sentito solo un rimpallo di responsabilità. Da altre ancora un colpevole silenzio.

La guerra fratricida ha origini profonde che partono dalle primarie del 10 aprile in cui il partito si è spaccato irrimediabilmente.

Chi non è stato complice diretto è stato un silente osservatore.

«Il congresso deve fare chiarezza su ciò che è successo alle ultime elezioni – ha spiegato al Capoluogo Maurizio Capri -. Non abbiamo bisogno di fratture, ma di definitivi chiarimenti che consentano al partito di ripartire per i prossimi appuntamenti regionali e nazionali, sia come partito che come coalizione.

Può succedere di tutto – ha aggiunto l’ex assessore, riferendosi anche al ricorso presentato al Tar da alcuni democraticiesclusi – e dobbiamo farci trovare uniti per affrontare tutte le sfide che ci si presenteranno. Soprattutto, se non dovessimo arrivare uniti alle regionali, rischieremmo di non eleggere il consigliere».

«Dobbiamo rimettere insieme i cocci, perchè la situazione è disperata – ha detto Capri, senza mezzi termini -. Il segretario uscente Albano non è esente da responsabile. Mi aspetto un segnale di cambiamento dal prossimo congresso, che non è rappresentato da Cialente. Lui rappresenta un passo indietro, sia generazionale che di contenuti. La giusta mediazione sarebbe la mia candidatura, sia generazionale che politica, essendo renziano».

«Sono e resto un moderato e sono in cerca di spazi che mi appartengono – ha detto al Capoluogo Americo Di Benedetto -. Porto avanti la mia battaglia per il rinnovamento, che è iniziata con la mia adesione delle prime ore all’area renziana. Ora Renzi può o meno esserci, o aver fatto degli errori, ma resta in me la stessa voglia di rinnovamento all’interno del Pd. Raccolgo la disponibilità di Maurizio Capri con molto interesse. E’ un ex assessore, è il primo dei non eletti e la sua candidatura desta molta attenzione». Anche in questa occasione, Di Benedetto vuole restare fuori dalle polemiche e glissa le domande più spinose.