Sant’Elia: nessuna struttura per migranti

18 settembre 2017 | 11:33
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Sant’Elia: nessuna struttura per migranti
Sant’Elia: nessuna struttura per migranti
Sant’Elia: nessuna struttura per migranti

Siamo stati nella piccola frazione alle porte dell’Aquila al centro dell’attenzione in questi ultimi giorni scanditi da assemblee e petizioni.

Il ‘no’ della popolazione all’accoglienza è stato fermo dal principio: ” Qui stiamo vivendo ancora l’emergenza terremoto quindi non possiamo permetterci di accogliere altre persone”.

Alle voci diffuse nel paese e oltre è seguito l’intervento delle istituzioni. Fabrizio Taranta, Segretario comunale di Noi con Salvini L’Aquila in uncomunicato diffuso alla stampasi era unito al ‘no’ dei residenti: “Il territorio Aquilano raggiungerà quota mille richiedenti asilo ospitati. è come se si creasse un nuovo piccolo comune riservato esclusivamente ai giovani africani che scappano dalle loro case. Ci sono in ballo, per il biennio 2017/18, circa 20 milioni di euro, uno sfregio da parte del Governo PD ad una crisi economica che sta mettendo in ginocchio il nostro territorio ormai da anni”.

Le voci scavalcano l’ufficialità

Le notizie nei giorni scorsi si erano fatte così insistenti tanto da convincere i cittadini dell’arrivo di 50 migranti. A destare i sospetti la presenza importante di questi ultimi per il paese. Da qui parte il convincimento degli abitanti che avevano pensato all‘ex albergo Villa delle Rose-Il Fienile come il luogo d’ospitalità.

Ecco come si presenta la struttura oggi:

san'elia - migrantisan'elia - migrantisan'elia - migranti

Fatiscente, abbandonata e circondata da piccole discariche a cielo aperto. Si trova a una manciata di passi dal progetto case della frazione.

L’affondo dei consiglieri di minoranza:

La Prefettura smentisce ufficialmente il presunto caso di imminente apertura di una struttura di accoglienza per migranti, nella frazione di Sant’Elia, di cui, nelle ultime ore, si è tanto discusso.
Caso confezionato ad arte, o comunque chiaramente cavalcato, da alcuni Consiglieri Comunali di maggioranza che si ostinano a proseguire a colpi di mera campagna elettorale la loro attività, anche tre mesi di distanza dall’insediamento.
Si premurano di esasperare (o addirittura provocare) l’allarmismo sociale su temi inesistenti e dimenticano di aver appena approvato, acriticamente, in Consiglio, le Linee programmatiche per il mandato amministrativo, accettando che tale significativo atto di indirizzo ed impegno politico, fosse del tutto privo di ogni riferimento ai pur numerosi ed indefettibili temi delle politiche sociali.
Con ciò, come la minoranza ha diffusamente argomentato in aula nel Consiglio del 12 settembre scorso, ci si sottrae al doveroso confronto politico sulle principali questioni che dovrebbero impegnare l’azione amministrativa. Il risultato che si ottiene è quello di impedire alla cittadinanza, nel suo complesso, di essere informata sulle scelte che orienteranno la politica e di poter operare, anche attraverso i suoi rappresentanti in Consiglio, quel controllo che è necessario al buon funzionamento di ogni organismo democratico.
Il confronto diventa, per tale strada, selettivo ed autoreferenziale: si scelgono gli interlocutori a cui rivolgersi, i media da informare, gli ambienti in cui incontrarsi, le categorie a cui prestare ascolto… avendo cura di scegliere sempre quelle da cui ottenere solo applausi.
L’esatto opposto della democrazia, insomma.

A firma di Elisabetta Vicini, Giustino Masciocco, Emanuela Iorio, Antonio Di Nardantonio, Americo Di Benedetto, Stefano Palumbo, Stefano Albano ed Elia Serpetti.