Franchetti, la burocrazia non c’entra nulla

La versione data dopo la chiusura dal proprietario Luca Mazzoleni è in realtà una “fake news”. Ad affermarlo è il Club Alpino Italiano (CAI), sezione Roma.
“Il giorno 2 settembre 2017 – spiega il CAI di Roma – il Rifugio Franchetti ha ricevuto la visita degli ispettori del lavoro i quali hanno dichiarato che ‘dai controlli effettuati attraverso i sistemi informatici è risultato che per nessuno dei sopraccitati lavoratori è stata effettuata la prevista comunicazione di assunzione né è stata data prova di attivazione di prestazione occasionale accessoria. Pertanto constatata l’irregolare occupazione dei lavoratori elencati nella sez.1 del presente verbale, si è disposto l’immediato allontanamento degli stessi dal luogo di lavoro’.
Versione che stride con quella del proprietario, secondo cui il problema sarebbe sorto dalle nuove norme regionali per il turismo che prevedono il necessario rilascio della licenza d’esercizio. Il Cai di Roma, proprietario del rifugio, racconta invece tutta un’altra storia.
“Pertanto la chiusura anticipata del Rifugio Franchetti non è dipesa – prosegue il Club Alpino – come erroneamente riportato, dalla mancanza della licenza d’esercizio che non sarebbe stata rilasciata a causa dell’incuria e inefficienza del Comune di Pietracamela. Quest’ultima circostanza è palesemente una “fake news”,
“Infatti nessuna licenza è stata mai richiesta da parte del gestore del Rifugio al Comune, aggiungendo la necessità di chiarire oltre al profilo in materia di lavoro anche quello fiscale”.
“L’unica richiesta protocollata e prontamente evasa dal Comune è stata la domanda di agibilità presentata dal Club Alpino Italiano di Roma il 16.09.2016. Alla luce di quanto sopra è evidente che l’anticipata chiusura non è in alcun modo ascrivibile all’azione del Comune o ad una responsabilità della Sezione di Roma del CAI, ma da una determinazione del titolare della gestione del predetto Rifugio il quale a seguito della visita degli ispettori del lavoro del 02.09.2017, ha deciso di chiudere la struttura prima del termine della stagione estiva. Questi i fatti pro veritate”.