Io, fratello di Ernesto e compagno di idee del Che

Testo di Kevin Salutari [Mio fratello, il Che: Juan Martin Guevara in Abruzzo – L’INTERVISTA maggio 2017]
Juan Martin Guevara ha parlato della sua esperienza personale come dissidente in Argentina negli anni ‘70 e della prigionia di 8 anni, 3 mesi e 23 giorni. Questo e altro all’interno del libro “Mio fratello, il Che” che racconta la storia di suo fratello maggiore.
L’obiettivo del libro, presentato a Sulmona nella sola tappa in centro Italia, è rendere attuale il personaggio del Che e umanizzarlo, facendo riferimento al contesto familiare e ad avvenimenti personali.
L’umanizzazione serve soprattutto per i giovani, per indirizzarli a somigliare a qualcuno che è “umano”, dato che è difficile somigliare a un “mito”: “E’importante perseguire i propri obiettivi, come aveva fatto mio fratello”, dice Juan Martin.
Un confronto utile anche per sfatare alcuni luoghi comuni del Che e della sua famiglia: uno su tutti, quello riguardante le origini della famiglia Guevara, considerata oligarchica e ricca dall’opinione pubblica. “E’ falso“, dice l’autore: “La mia non era una famiglia aristocratica, eravamo fuori dai canoni e dalle regole dello status sociale di allora”.